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Cronaca

Carceri, sovraffollamento record: uno su due è straniero

In Emilia-Romagna sono presenti 12 istituti penitenziari. Rispetto ai dati nazionali, in questa regione si registra uno dei più alti indici di sovraffollamento: 167,1 presenze su 100 posti di capienza regolamentare

In Emilia-Romagna sono presenti 12 istituti penitenziari. Rispetto ai dati nazionali, in questa regione si registra uno dei più alti indici di sovraffollamento: 167,1 presenze su 100 posti di capienza regolamentare. Gli istituti di Bologna, Ravenna, Modena, Piacenza e Reggio Emilia (Ospedale psichiatrico giudiziario) risultano essere i più sovraffollati, ma per la prima volta negli ultimi anni si registra un calo della popolazione carceraria: rispetto al 2010, il numero dei detenuti passa da 4.373 a 4.000 (-8,5%).

Di questi, 3.855 sono uomini, 145 le donne, di cui 78 straniere. 18 sono quelle impegnate in lavori interni al carcere, 61 sono iscritte a corsi scolastici (29 a corsi di alfabetizzazione). In tutto sono 2.065 gli stranieri, che rappresentano il 51,6% del totale, contro una media nazionale del 36,1%; a Modena, Parma, Reggio Emilia, Ravenna e Bologna, la presenza di stranieri supera il 60%.

Seduta congiunta delle commissioni Politiche per la salute e Statuto e regolamento per esaminare la relazione annuale della Giunta sulle carceri in Emilia-Romagna, secondo quanto previsto dalla Legge regionale 3/2008. La norma prevede infatti una “clausola valutativa”, che impegna l'esecutivo a presentare una relazione con informazioni su quesiti specifici, al fine di valutare lo stato delle iniziative realizzate per la popolazione carceraria.
Nella relazione vengono presi in esame i problemi del sovraffollamento, l’utilizzo di misure alternative alla detenzione (affidamento in prova, semilibertà, detenzione domiciliare), gli interventi per il reinserimento sociale delle persone detenute e quelli in campo sanitario, i principali aspetti legati alla giustizia minorile.

Circa il 58% dei detenuti è residente in regione o proviene da Lombardia (243), Campania (243), Sicilia (145) e Veneto (137). Per quanto riguarda il livello di istruzione, per 2.198 detenuti non è stato rilevato; dei restanti, 33 (0,81 %) sono analfabeti, 316 (7,9%) hanno la licenza elementare, 1.132 (28,30%) la terza media, 173 (4,32%) hanno un diploma di scuola media superiore, e i laureati sono 35 (0,87%).

Rispetto alla posizione giuridica, fra i detenuti ristretti nelle carceri emiliano-romagnole risultano condannati in via definitiva 2.023 detenuti (50,5%), mentre il 20% della popolazione carceraria è in attesa del giudizio di primo grado e il 41,9% è stata condannata in via non definitiva.

Per quanto riguarda gli episodi di violenza nelle carceri, si registrano aggressioni e autolesionismi e risulta in aumento il fenomeno dei suicidi fra i detenuti (erano 4 nel 2010, sono stati 6 nel 2011), a cui si sommano 76 tentati suicidi; il fenomeno coinvolge (con numeri più ridotti) anche il personale che opera negli Istituti penitenziari, in particolare gli agenti di polizia penitenziaria.

Nella parte di relazione in cui vengono descritti gli interventi di politica sociale della Regione, si conferma il presupposto per cui lo strumento principale d’intervento è costituito dai finanziamenti ai Comuni sedi di carcere, suddivisi in tre macro-aree: “comunicazione-informazione”, “inserimento socio-lavorativo”, “miglioramento delle condizioni di vita dei detenuti”. Particolare attenzione è stata posta sugli aspetti relazionali e la genitorialità dei detenuti.
Alla salute nelle carceri e all’attuazione del Programma regionale per la salute negli istituti penitenziari è dedicato un altro capitolo; il finanziamento complessivamente destinato alla sanità penitenziaria nell’anno 2011 è pari a 17 milioni di euro.
 

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