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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Carradori: "Al Pronto soccorso situazione migliorata, ma il problema non è risolto. Mancano 35 medici"

In questi giorni nuovo contratto per oltre 60 medici di reparto, ma il quadro resta immutato: "Purtroppo non si tratta di un potenziamento, sono posti coperti in ruoli non stabili che diventano di organico"

Oltre 60 medici saranno a breve stabilizzati. Ma non si tratta di rinforzi in organico, bensì rapporti che da tempo determinato passano stabili. E sul quadro del Pronto soccorso "il problema non è risolto". A fare il punto sulle criticità che stanno attraversando i medici è il direttore generale dell'Ausl Romagna Tiziano Carradori, che fa un punto complessivo della situazione.

Direttore Carradori, ha annunciato che verranno assunti nuovi medici. Una boccata d’ossigeno, ma in un contesto che resta complicato?

“E’ l’applicazione di accordi regionali, che si può riassumere con il termine di stabilizzazione. Si tratta di colleghi (oltre una sessantina, ndr) che hanno maturato un’anzianità di servizio con un rapporto di lavoro non definitivo, perciò a tempo determinato. Secondo le procedure previste questi contratti verranno trasformati in posti stabili e questo è un vantaggio sia per il professionista sia per l’organizzazione, perché è una persona su cui si può investire e che può dare continuità nell’assistenza".

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Però di fatto si tratta di persone che già prestano servizio nelle strutture ospedaliere.

"Purtroppo non si tratta di un potenziamento, sono posti coperti in ruoli non stabili che diventano di organico. Mentre invece continuiamo nei nostri piccoli piani di assunzioni, nei limiti di quelli che sono i vincoli finanziari, con l’obiettivo di consolidare la nostra dotazione di personale. Perché è quello da cui dipende la qualità e la tempestività dei nostri servizi”.

Resta critica la situazione del Pronto soccorso, con una carenza di organico rilevante. Ci sono aggiornamenti?

“Il quadro è un filo migliorato, sotto il profilo degli organici, perché l’ultimo concorso concluso aveva dato otto potenziali medici, di questi però tre hanno rinunciato. Ne sono così entrati cinque, che sono stati collocati tra Rimini e Riccione. Ma non hanno risolto ovviamente il problema, sarebbe folle sostenere una cosa del genere. Ci mancavano 40 medici, ora ne mancano ancora 35”.

Una difficoltà, pare di capire, non imputabile all’Ausl che dirige. Lei che idea si è fatto?

“Continua la mia strada in solitaria, di dover richiamare a delle misure straordinarie. Perché non è tanto la quantità di laureati in medicina che ci mancano, ma ci mancano gli specialisti. Ma quando la strada maestra non può essere perseguita, abbiamo l’obbligo morale e deontologico di seguire quella che minimizza le conseguenze negative”.

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