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Cartello "Arbeit macht frei" fuori dall'officina, l'indignazione del Comune di Rimini

La nota di palazzo Garampi: "Rimini, città medaglia d'oro per la Resistenza, non può restare indifferente a certe parole"

Dura anche la rpesa di posizione di Liberi e Ugali che, in un comunicato stampa, sottolinea come "Stiamo perdendo ogni valore, stracciati dall’ignoranza figlia di una deriva sociale e culturale che continua a svendere tutto sull’altare della superficialità; e si è persa la vergogna, scacciata da un’involuzione disarmante che sta facendo riemergere tutto il peggio che l’uomo possa riuscire a concepire. Due aspetti che si giustificano e annullano vicendevolmente e così facendo portano alla luce episodi sconcertanti come il cartello ben fissato all’entrata di un’autofficina riminese, dove senza nessun problema, con sfacciata noncuranza, si legge (in tedesco, alla faccia dell’ignoranza) la frase che campeggia all’entrata del campo di sterminio di Auschwitz. E la giustificazione è ancora più superficiale e sconcertante, cerca di appigliarsi ad un parallelismo (alla faccia dell’ignoranza) assurdo e sconclusionato ma che tanto va “di moda” negli ultimi anni. E’ vero che dobbiamo tutti quanti porci il problema dell’istruzione, della conoscenza, della consapevolezza nel nostro paese, perché è un problema che esiste ed è reale, ma è anche vero che non possiamo lasciare che questo continui a essere un appiglio da usare per giustificare chi si rende responsabile di veicolare messaggi e azioni sconcertanti".

"L’odio e il fascismo - prosegue - crescono di pari passo con la superficialità e l’ignoranza, è un combinato esplosivo che non può e non deve continuare ad andare avanti. Non crediamo quindi all’ignoranza come giustificazione e non crediamo sia accettabile che continui ad essere usata per “svincolarsi” e continuare così al tempo stesso a sdoganare qualsiasi aspetto legato all’odio, al fascismo, al nazismo, al razzismo, di fatto a quelli che sono crimini contro l’umanità e come tali devono continuare ad essere trattati. Questa deriva dobbiamo combatterla sul serio quotidianamente, rimettendo al centro la dignità umana, i principi e i valori dell’uguaglianza e della giustizia sociale, contrastandola con convinzione, e con la consapevolezza che dobbiamo ripartire dai fondamentali senza paura, chiamando le cose con il loro nome, ricacciando indietro chi vuole farci sprofondare e tornare indietro di 80 anni. Non bastano le leggi, serve la cultura e la consapevolezza che una parte di quei famosi “anticorpi” stanno perdendosi e che non possiamo e non dobbiamo più dare per scontato nulla". 

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