rotate-mobile
Cronaca

Centri estivi, la ricetta del Comune di Rimini per l'estate 2020

'Lezioni' all'aperto, più gruppi con meno bambini, mascherine, norme di comportamento per educatori e più piccoli

'Lezioni' all'aperto, più gruppi con meno bambini, mascherine, norme di comportamento per educatori e più piccoli. Il tutto permettendo alle famiglie di approfittare dei centri estivi senza dover spendere di più, dato che i fondi aggiuntivi arriverebbero dalla Regione. Sono questi i punti fermi per il Comune di Rimini, che vuole aprire i centri estivi garantendo "il necessario equilibrio tra le esigenze di servizio e quelle di sicurezza e sanitarie". I temi, spiega l'assessore comunale alla Scuola Mattia Morolli, sono stati al centro di una video conferenza con la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Elly Schlein, e l'assessore regionale alla Scuola, Paola Salomoni. Ai quali Morolli ha chiesto anche in intervento della Regione sui voucher per non pesare sulle tasche dei genitori riminesi. Rimini "è pronta a partire con il bando 2020 per i Centri estivi e ha messo sul tavolo alcune proposte in grado di portare alla riapertura in tempi utili". Tanto per cominciare, usando l'outdoor education che, chiarisce Morolli, non è solo una sperimentazione pedagogica "ma una vera e propria necessità organizzativa". La proposta riminese è di aumentare l'utilizzo degli spazi esterni delle strutture, "in modo da farle diventare a tutti gli effetti spazi pedagogici e ricreativi". Inoltre, l'alternanza d'uso tra 'fuori e dentro' "permetterebbe di creare più gruppi, ma con meno bimbi", cosi' da garantire "con maggiore efficacia il controllo e le necessarie prescrizioni sanitarie e comportamentali" e "potenziare un approccio pedagogico didattico innovativo". Per l'assessore poi, mascherine e norme comportamentali possono diventare "occasione di crescita ed educazione".

Per questo l'idea è di fare formazione non solo sugli operatori, ma anche sui bambini per "trasformare un obbligo di legge in una occasione pedagogica, stimolando i più piccoli ad affrontare con le dovute precauzioni le attività comuni, ma anche a interrogarsi sul rispetto dell'ambiente, dell'altro e delle relazioni sociali". C'e' poi il tema della spesa, visto che ci saranno "inevitabili maggiori costi del servizio", per l'aumento di interventi e la diminuzione del numero dei bambini. Però quei costi "non dovranno gravare nelle tasche delle famiglie riminesi", prosegue Morolli. Per questo, alla Regione Rimini ha chiesto "un incremento proporzionale del fondo regionale a disposizione per i voucher per permettere di coprire parte dei mancati introiti senza dover chiedere un euro in più alle famiglie". Quello che va evitato, di certo, "è che le famiglie siano lasciate sole ad affrontare la gestione dei propri figli", e che quelle che potevano permettersi questo investimento, "quest'anno rinuncino per motivi economici". La speranza è quindi "che il Governo, anche sulla sollecitazione della Regione, sblocchi il prima possibile la situazione, dando tempi e riferimenti chiari per partire in tempo con i bandi per l'estate 2020", conclude l'assessore comunale.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Centri estivi, la ricetta del Comune di Rimini per l'estate 2020

RiminiToday è in caricamento