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Cronaca

Chiusura presidi Polizia nautica e postale, Arlotti interroga Alfano

Il parlamentare riminese del Pd chiede di rivedere lo studio sui presidi e gli uffici della Polizia di Stato su tutto il territorio nazionale nell'ambito di un progetto complessivo sulla sicurezza che non sia limitato alle sole articolazioni territoriali

E' impensabile che un territorio come quello riminese venga privato di due importanti presidi di sicurezza come la Polizia nautica e quella postale. Il deputato Pd riminese Tiziano Arlotti interroga il ministro dell'Interno Angelino Alfano sullo studio per la revisione dei presidi e degli uffici della Polizia di Stato illustrato ai sindacati dal vice capo vicario della Polizia Alessandro Marangoni, che prevede un’articolata razionalizzazione delle risorse e dei presidi su tutto il territorio nazionale in considerazione della conclamata carenza degli organici. "Già nell'aprile dello scorso anno avevo interrogato il Ministro sulla necessità di potenziare gli organici delle forze di polizia operanti in provincia di Rimini, in ragione della peculiare vocazione turistica ed economica del nostro territorio - attacca Arlotti -, e di istituire un tavolo specifico per la realtà riminese. Dal ministro nessuna risposta. Ora viene anzi prospettata persino l'eliminazione della squadra nautica e della Polizia postale di Rimini. E' chiaro che siamo di fronte a un piano disarticolato in cui manca completamente una visione generale, e il cui unico esito è la penalizzazione della presenza delle forze di pubblica sicurezza sul territorio, mentre non viene in alcun modo affrontata, ad esempio, la razionalizzazione della ventina di dipartimenti esistenti a livello centrale. Il progetto che sta portando avanti il ministero è praticamente sconosciuto nel dettaglio. Ne vediamo in ogni caso l'effetto: una mancanza completa di attenzione per il territorio".

Nell'interrogazione, Arlotti chiede dunque ad Alfano di rivedere lo studio sui presidi e gli uffici della Polizia di Stato su tutto il territorio nazionale nell'ambito di un progetto complessivo sulla sicurezza che non sia limitato alle sole articolazioni territoriali, e non senza un confronto preliminare con le organizzazioni sindacali sui dettagli, le forze a disposizione e la fattibilità del piano. "Il ministro - conclude il parlamentare - dovrà anche chiarire come pensa di poter garantire il territorio e la sicurezza dei cittadini in quei luoghi nei quali verranno soppressi i presidi".
 

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