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Cronaca

Classifica della criminalità, Rimini al terzo posto dietro a Milano e Bologna

Il capoluogo romagnolo continua ad ottenere il poco invidiabile risultato, la crescita degli illeciti online emerge con forza dagli ultimi dati del dipartimento di Pubblica Sicurezza del ministero dell’Interno

Nella geografia del crimine la classifica del 'Sole 24 Ore', che pubblica lunedì l"indice della criminalità' relativo al 2020, va da Milano (la "capitale" delle denunce) a Oristano (la più sicura), per numero di denunce in rapporto alla popolazione residente. Si confermano, osserva il quotidiano, le criticità legate alla sicurezza nelle grandi aree metropolitane, tutte tra le prime 20 province della classifica. Bologna sale al secondo posto, seguita da Rimini e Prato per denunce ogni 100mila abitanti. Roma è al settimo posto con una flessione del 18,3% nel 2020 ma con un aumento del 12,5% nei primi sei mesi del 2021. Firenze si distingue per il calo più marcato di reati nel 2020, in flessione anche nei primi sei mesi del 2021. Padova risulta quella più sotto pressione per i reati di droga, Parma per le rapine nei negozi, Imperia per percosse e lesioni dolose denunciate.

Il capoluogo romagnolo, quindi, continua a mantenere il poco invidiabile risultato che da anni lo vede conquistare il podio con 4503,4 denunce ogni 100mila abitanti per un totale di 15642 che comunque sono in calo rispetto alla classifica dello scorso anno. Ma come è noto se si utilizza la popolazione residente come base del conteggio, i dati della densità criminale della provincia di Rimini crescono per effetto del flusso turistico, che non viene conteggiato ai fini della popolazione di riferimento.

E proprio in tema di classifiche, il quotidiano economico stila l'elenco dei reati con il relativo numero di denunce. Per quanto riguarda i reati contro il patrimonio per Rimini arriva il secondo posto in Italia per numero di furti in generale. Si classifica al quarto posto in Italia per rapine, al sesto posto per i furti negli esercizi commerciali e analoga posizione per gli scippi (furti con strappo).  Nei furti in abitazione, però, la provincia di Rimini crolla alla 39ima posizione.  La provincia è poi nella top ten con il nono posto nelle estorsioni.

Per i reati contro la persona va male per le violenze sessuali (nono posto) un po' meglio sugli omicidi volontari, 28esima posizione, e e, 57esima per tantati omicidi. Nei reati di droga la provincia di Rimini è al 18° posto, nelle frodi informatiche al 44°.

"L’ormai tradizionale indice della criminalità delle province italiane, pubblicato dal quotidiano ‘Il Sole 24 Ore’ sulla base delle denunce presentate - commenta il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad - offre quest’anno un quadro ricco di spunti e ancora più completo riguardo al tema della sicurezza nelle città italiane durante l’anno del Covid. Per i 25 Comuni della provincia di Rimini sono due gli elementi principali che emergono in relazione ai reati denunciati dell’anno 2020. Innanzitutto prosegue il sensibile calo delle denunce presentate rispetto all’anno precedente, che sebbene risenta senz’altro del lockdown e al decremento dei flussi turistici, rientra comunque in un trend che vede un costante calo dal 2013, anno in cui le denunce furono 26.741 contro le 15.642 della classifica odierna: sono 11 mila reati in meno, per un calo secco del 70,9 per cento. Rispetto a 20 anni fa siamo quasi a un dimezzamento. Ripeto, i dati assoluti sono condizionati dalla pandemia, ma già nel 2019, prima del Covid, le denunce erano scese sotto quota 20 mila, per la prima volta dal 2002. Il secondo elemento che emerge dalla ricerca del Sole 24 Ore è che la propensione alla denuncia - ancora più forte e sentita nelle province metropolitane del Centro e Nord Italia - e l’impatto statistico dei consistenti flussi turistici sul territorio restano i principali fattori che determinano la definizione della classifica. Se la propensione alla denuncia è segnale della fiducia del tessuto civico rispetto all’efficacia delle forze dell’ordine e delle istituzioni, l'importante peso dell’accoglienza turistica sull’area riminese si può leggere in controluce attraverso l’alta posizione in alcune tipologie di reati, per così dire predatori, tipici dei luoghi ad alta concentrazione di ospitalità e più ricchi. Un’attrattività che già la crisi economica precedente al Covid aveva accentuato".   

"Per l’anno pre-Covid (2019), il Sole 24 Ore aveva introdotto il calcolo della componente turistica - prosegue il primo cittadino. - Rimini si trova nella parte virtuosa di questa classifica ponderata (insieme a Venezia, Aosta, Trento e Bolzano), tra le province più sicure del Paese, e ribaltando la solita graduatoria assoluta, ma il ragionamento da fare non è semplicemente statistico. I territori e le città ad alta concentrazione turistica e di ospitalità sono ancora di più diventati attrattori per la capacità di creare ricchezza, anche e soprattutto in periodi di estrema difficoltà, sociale e economica, come l’anno della pandemia. Due le considerazioni operative. La prima: resta aperta come una ferita il mancato rafforzamento strutturale degli organici di polizia per una provincia come la nostra, a tutti gli effetti metropolitana. Un rafforzamento che deve essere strutturale, definitivo. Ed è per questo che spero e credo che gli impegni presi poco più di un mese fa, proprio a Rimini, dal Ministro Lamorgese in ordine a sede delle forze di Polizia e passaggio di categoria amministrativa della questura si concretizzino al più presto, senza dovere ancora una volta a polemiche, ultimatum, discussioni a diversi livelli istituzionali. Tra persone serie non c’è bisogno di alzare i toni, ma se fosse necessario non avremo remore a farlo, per il bene di comunità. La seconda riflessione nasce dall’analisi di quanto accaduto quest’estate, specie in alcune zone costiere anche della nostra provincia. C’è un evidente mutamento di alcuni fenomeni, primo tra tutti il fenomeno delle risse e delle violenze, legato a bande giovanili. Un fenomeno che trova conferma anche sul piano nazionale, di cui bisogna prenderne atto per poter mettere in campo le adeguate azioni di prevenzione e contrasto. E bisogna farlo per tempo perché, visto l’andamento altalenante dei numeri della pandemia in molti paesi europei, la prossima potrebbe essere un’estate molto simile a quella del 2021. La stessa azione preventiva, nei mesi apparentemente più tranquilli, deve avvenire anche sul versante del controllo e del monitoraggio di alcune situazioni territoriali, legate a strutture ricettive che danno ricovero a persone fuori dalla legalità”.   

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