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Cronaca

Reati in aumento, classifica Sole 24 Ore: solo Milano fa peggio di Rimini

Rimini al secondo posto, solo alle spalle di Milano, sul fronte della sicurezza. E' quanto emerge dalla classifica del "Sole 24 Ore". Dai dati del Ministero dell'Interno riferiti al 2012, è risultato un aumento dei reati del 6,45% rispetto al 2011

Rimini al secondo posto, solo alle spalle di Milano, sul fronte della sicurezza. E' quanto emerge dalla classifica del "Sole 24 Ore". Dai dati del Ministero dell'Interno riferiti al 2012, è risultato un aumento dei reati del 6,45% rispetto al 2011. La città rivierasca è al quarto posto per furti con destrezza (+14%); quinta per gli scippi (-8%) e nona per le rapine (+13%). “Il tradizionale report del ‘Sole 24 Ore’ sull’incidenza dei reati denunciati si chiude con la presenza del territorio riminese su quel podio di cui avremmo fatto anche stavolta volentieri a meno", esordisce il presidente della Provincia, Stefano Vitali.

"Lascio per un attimo in disparte le pur ragionevoli spiegazioni tecniche presentate dallo stesso quotidiano economico (la correzione statistica consegnata dalla dimensione ‘metropolitana’ di Rimini “che grande diventa d’estate con l’arrivo di turisti e rischi al seguito”; la propensione comunque alta alla denuncia di illegalità, segno di fiducia nelle istituzioni, rispetto ad altre aree italiane storicamente problematiche ma statisticamente ‘virtuose’) e sottolineo invece l’aspetto che dovrebbe destare l’attenzione maggiore: un aumento dei reati pari al 6,45% dei reati tra 2011 e 2012". evidenzia Vitali.

"Un dato numerico che peraltro conferma alcune recenti sensazioni circa la comparsa della microdelinquenza in zone precedentemente tranquille, dall’allarme per l’incremento di furti in Valmarecchia e in Valconca al progressivo e costante avvicinamento della prostituzione ai centri urbani - continua il presidente della provincia -. Credo che la crisi economica sia un elemento scatenante maggiore aggressività da parte di chi ha cattive intenzioni; dunque da una parte un surplus di pericoloso ‘coraggio’ della criminalità più o meno organizzata e dall’altra l’altrettanto rischiosa regressione degli investimenti in sicurezza dello Stato. La questione degli organici di polizia, estivi o permanenti, e delle dotazioni ne è purtroppo spia: le forze dell’ordine sono costrette a moltiplicare gli sforzi su fronti di intervento in crescita nello stesso momento in cui sono più sguarnite e deboli. E dovendo fare i conti anche con un’altissima e legittima pressione da parte del tessuto socioeconomico".

Continua Vitali: "Quello del contrasto alla criminalità appare come un rebus difficilmente risolvibile se non con il riportare a priorità, assieme al lavoro, il tema sicurezza nell’agenda di ogni livello di governo. Significa adeguati investimenti in risorse umane e strumenti; significa sintonizzare meglio  la legislazione e la giustizia  italiane rispetto a risposte efficaci nei confronti di comportamenti che creano allarme sociale e dunque diffusa insicurezza; significa non svuotare di senso il lavoro che possono portare avanti gli Enti locali e che non si riduce alla sola assunzione di più agenti di polizia municipale, peraltro pressoché inattuabile causa le note strette di cassa".

Il presidente della Provincia evidenzia 2anche un’attività di prevenzione ed è paradossalmente ancora più complessa di questi tempi: cercare di mantenere compatte e legate l’una all’altra le diverse aree dello stesso territorio. E’ il famoso effetto ‘sprawl’, la dispersione urbana che, se non sostenuta adeguatamente da servizi, pone le basi per una marginalizzazione delle stesse aree, a quel punto a rischio degrado. Necessaria una ricucitura urbana, che il pubblico può incentivare e semplificare attraverso scelte di rottura col passato, a partire dal frenare il consumo di nuovo territorio a favore della riqualificazione di quel che già c’è. Mettiamola così: eccesso di burocrazia, voracità speculativa, aree degradate, difficoltà nei controlli, rarefazione degli investimenti governativi, aggressività della criminalità, concorrono alla fine a quel furto in casa o a quella rapina che passano quasi inosservate nella pubblica opinione. Non è così. E la statistica, buon ultima, lo fotografa”.

GNASSI - Per il sindaco Andrea Gnassi, "il secondo posto in cui si piazza la nostra provincia nasce da un puro incrocio di numeri che, è doveroso e necessario ribadire, non tiene conto del fatto che Rimini, non solo d’estate, assume le dimensioni di una metropoli con oltre 17 milioni di presenze. Un aspetto che viene sì riconosciuto nell'articolo pubblicato dal quotidiano economico, ma che non trova corrispondenza nella statistica. Fatta questa doverosa premessa, non è certo mia intenzione sminuire il problema, che al contrario deve essere prioritario, per gli enti locali e per il governo centrale. Rimini del resto non è altro che lo specchio di un trend nazionale, su cui pesa non poco la crisi economica e il senso di insicurezza che proprio la crisi ha contribuito a diffondere".

Continua il primo cittadino: "In un contesto così difficile, gli enti locali si trovano a dover intervenire con strumenti legislativi limitati e con risorse sempre più ridotte. Ogni anno ci troviamo a chiedere rinforzi e ogni anno ci troviamo con uomini in meno, con le forze dell’ordine costrette al “super lavoro” per garantire un costante presidio del territorio. Noi amministratori lavoriamo perché a Rimini, città dell’accoglienza, arrivi un numero sempre maggiore di turisti, ma dall'altra parte lo Stato non riconosce ancora le dimensioni e le caratteristiche della nostra realtà. A questo si aggiunge l’impossibilità dei sindaci di agire in maniera diretta e concreta sul territorio: basta ricordare in questo senso le ordinanze che l’amministrazione comunale ha applicato per contrastare il fenomeno della prostituzione, ordinanze rese poi in parte inefficaci a causa di un vuoto legislativo di cui nessuno pare preoccuparsi".

Conclude il sindaco: "Una maggiore percezione della sicurezza passa per diversi fattori: la lotta al degrado urbano, la riqualificazione dei luoghi, la ricongiunzione delle fratture della città. L’amministrazione comunale sta lavorando in questa direzione, ma serve una sinergia tra pubblico, associazioni e privato affinché si crei una rete solida".

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