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Cronaca

Coldiretti: "Fermate il consumo del suolo, in 15 anni nel riminese bruciati 406 ettari. E non è finita"

Secondo l’indagine il consumo di suolo nella provincia di Rimini nel 2021 ha raggiunto 11.417 ettari di superficie. Un dato preoccupante se paragonato alla superficie agricola utile pari a 35.527 ettari

Il 26 luglio è stata presentata l’edizione 2022 del Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” a cura del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Snpa) dell’Ispra. Con una media di 19 ettari al giorno, il valore più alto negli ultimi dieci anni, e una velocità che supera i 2 metri quadrati al secondo, il consumo di suolo torna a crescere e nel 2021 sfiora i 70 chilometri quadrati di nuove coperture artificiali in un solo anno. Il cemento ricopre ormai 21.500 chilometri quadrati di suolo nazionale. Secondo l’indagine  il consumo di suolo nella provincia di Rimini  nel 2021 ha raggiunto 11.417 ettari di superficie totale consumata. Un dato preoccupante se paragonato alla superficie agricola utile (terreni coltivati) che, per la stessa provincia di Rimini nel 2020 è di 35.527 ettari (statistica Regione Emilia Romagna).

Non si ferma dunque, il consumo di suolo agricolo. I campi che producono cibo a km zero continuano a essere le aree dove vanno a cadere le scelte per realizzare nuove opere pubbliche o nuovi insediamenti abitativi e produttivi. "Da decenni, gli agricoltori sentono proclamare che si deve invertire la rotta e smettere di costruire sui terreni agricoli fertili – dichiara il presidente di Coldiretti Rimini, Guido Cardelli Masini Palazzi –. Invece, oggi più che mai, assistiamo a continui attacchi alle aree agricole più produttive e questo perché un campo coltivato è considerato soltanto una superficie, un insieme di particelle catastali libere da costruzioni, facili da espropriare e che non si portano dietro i costi e i tempi necessari per bonifiche ambientali. La battaglia per fermare il consumo di suolo è una battaglia di civiltà. È una battaglia per il futuro del cibo e per il futuro dell’ambiente a disposizione delle future generazioni".

Nel Riminese sono davvero molti i progetti che prevedono un consumo di suolo agricolo: dalla variante alla SS16, alla nuova circonvallazione di Santa Giustina, alle opere di completamento della terza corsia dell’ autostrada, alla realizzazione di nuovi metanodotti.

"Vogliamo ribadire con forza – aggiunge il vice direttore di Coldiretti Rimini Giorgio Ricci - che un terreno agricolo è lo “stabilimento” di produzione di un’azienda agricola e un’azienda agricola ha la stessa dignità economica e lo stesso valore sociale di un’altra azienda magari manifatturiera o dei servizi. Nessuna amministrazione si sogna mai di progettare un’opera pubblica o una variante urbanistica in sostituzione di una fabbrica, al posto di un centro commerciale o di una palazzina uffici. Le scelte ricadono sempre sulle aree coltivate, come se non si trattasse di terreni produttivi. I campi non sono terreni liberi, sono le fabbriche del cibo, oggi e nel futuro. È venuto il momento che le esigenze dell’agricoltura siano tenute presente quando si progetta l’occupazione di una superficie coltivata, qualunque sia la destinazione d’uso".

Nel Riminese,  nello spazio nemmeno di una generazione, dal 2006 al 2021, evidenzia il direttore di Coldiretti Rimini Alessandro Corsini, sono scomparsi 406 ettari di terreno agricolo seguendo un modello di sviluppo sbagliato che purtroppo non si è ancora arrestato e mette a rischio l’ambiente, la sicurezza dei cittadini e la sovranità alimentare del Paese in un momento difficile.

"Chiediamo che l’obiettivo di consumo di suolo zero posto dall’Unione europea al 2050 parta invece già da questo 2022  – conclude il direttore  Corsini,   – stiamo infatti parlando di superfici enormi la cui perdita, oltre a minare la nostra indipendenza alimentare, aumenta la pericolosità idraulica dei territori già segnati da eventi estremi: dalla siccità ai violenti temporali".

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