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Cronaca

Presunte offese e insulti su Facebook contro il Governo, produttore televisivo finisce a processo per vilipendio

Sul banco degli imputati Devis Paganelli che in pieno lockdown aveva commentato un intervento della Polizia di Stato per un ragazzino che non indossava la mascherina

E' finito a processo accusato di vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle forze armate il noto produttore televisivo riminese Devis Paganelli. A far finire il 49enne sul banco degli imputati è stato il commento a un video su Facebook postato nel maggio del 2020 in pieno lockdown. Le immagini riportavano delle pattuglie delle Volanti che fermavano un ragazzino fermo in mezzo a una strada che non indossava la mascherina obbligatoria. Nel commento Paganelli aveva scritto: "Non è l'arresto di un superlatitante... ma di un ragazzino senza mascherina. 8 Volanti e 12 poliziotti. Conte vaffanculo tu e tutti i coglioni che hai intorno e che ti sostengono". "... il Governo è formato da imbecilli e le forze dell'ordine sono prive di buonsenso. Vaffanculo al Governo. A chi lo sostiene e a chi ha ancora il coraggio di difendere l'indifendibile". Parole che hanno fatto scattare il procedimento penale con rito abbreviato, così come richiesto dall'imputato difeso dall'avvocato Samuele De Sio, con Paganelli che è pronto a presentarsi in aula il prossimo 23 settembre per sostenere le sue ragioni. Per vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle forze armate il noto produttore televisivo rischia la condanna a una multa fino a 10mila euro.

"Vilipendio alle forze dell'ordine? Surreale - commenta Devis Paganelli. - Il mio post era chiaramente sarcastico così come i commenti. Chi doveva indagare non l'ha fatto. Sono notoriamente amico delle forze dell'ordine, amico di esponenti della Polizia con i quali per altro ho sostenuto progetti solidali, ho collaborato attivamente ad iniziative della Polizia di Stato e coordino miei eventi che hanno ospitato l'International Police Association che include la Polizia di Stato, i Carabinieri, la Guardia di Finanza. Per quel che riguarda la mia affermazione sul Governo, rimango della stessa posizione. Ho un opinione e la affermo. E' un mio diritto. "Vaffanculo", è ormai termine di uso comune e lo stabilisce la cassazione, questo a meno che la legge non sia uguale per tutti. Beppe Grillo ci fece una campagna elettorale e non mi risulta sia stato messo sotto processo".
 

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