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Cronaca

Concessione spiagge, una sentenza della Cassazione boccia la proroga automatica

La sentenza segue il ricorso della Procura a una decisione del tribunale di Genova

La Corte suprema di Cassazione ha sancito con una sentenza del 12 giugno (pronuncia n.25993) "l'inapplicabilità delle proroghe automatiche sulle concessioni demaniali marittime, stabilendo che i privati che vogliono ottenere una spiaggia da sfruttare economicamente devono passare attraverso delle gare pubbliche in base alla direttiva 2006/123/CE (la "Bolkestein") e alla sentenza del 14 luglio 2016 "Promoimpresa" della Corte di giustizia europea", come riporta il sito Mondobalneare, dove si può trovare anche la sentenza integrale.

Riccione: concessioni demaniali, si arriva al 2034

La sentenza si riferisce, in particolare, alla proroga del 2020, e non viene coinvolta nella sentenza l’estensione di quindici anni (2034) della durata delle concessioni prevista dalla riforma Centinaio. Gli spunti sono però interessanti e il tema particolarmente "caldo".

La sentenza è frutto di un ricorso contro una decisione del tribunale di Genova, che aveva respinto la richiesta della procura di sequestrare preventivamente un'area demaniale in relazione al reato "Abusiva occupazione di spazio demaniale e inosservanza di limiti alla proprietà privata" (codice della navigazione). Il tribunale aveva ritenuto di non poter disapplicare la legge nazionale sulle proroghe automatiche delle concessioni balneari, ma la procura era andata avanti facendo ricorso, ritenendo illeggittimo il regime di proroga in relazione alla direttiva Bolkestein. Alla fine la Cassazione ha dato ragione alla Procura.

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