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Cronaca

Concessioni balneari, Legacoop: "Il governo dia certezza al settore al più presto"

Il Presidente Lucchi: “Occorre uno scatto di progettualità da parte della politica nazionale, affinché le imprese balneari possano continuare la loro attività"

Con la sua sentenza, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha sancito ulteriormente il principio dell’affidamento delle concessioni balneari attraverso una procedura di selezione pubblica. Il tempo a disposizione del Governo per definire un quadro normativo che, in accordo con l’impostazione europea, ponga le basi per tutelare il sistema balneare,  è quindi davvero poco. Ed è proprio riguardo alla tempistica che Paolo Lucchi, Presidente di Legacoop Romagna, commenta “Occorre uno scatto di progettualità da parte della politica nazionale, affinché le imprese balneari possano continuare la loro attività: da un lato serve portare a termine la mappatura delle coste — in modo da capire in quale misura sia necessario sottoporre le spiagge italiane al regime proposto dall’Europa —, dall’altro riprendere subito il confronto istituzionale con gli enti locali e le associazioni del settore, attraverso tavoli operativi, impegnati da subito su di un fronte di grande concretezza”.

A questa preoccupazione si aggiunge quella per una pubblica amministrazione, a partire dagli enti locali, penalizzati dalla scarsità di personale e che, ciononostante, dovranno affrontare un’enorme mole di lavoro nuovo e complesso. "Poiché - aggiunge Lucchi - sappiamo bene come i Sindaci della costa e la Regione Emilia-Romagna abbiano le nostre stesse preoccupazioni, manifestate anche attraverso atti concreti nei confronti del Governo e di tutte le forze politiche, contiamo su di un fronte compatto, utile ad affrontare un tema fondamentale per tutti noi.

“È bene non dimenticarlo mai: in gioco c’è una parte decisiva dell’offerta turistica italiana, che in Romagna  ha le massime espressioni di innovazione e capacità imprenditoriale - afferma Stefano Patrizi, responsabile del settore balneazione di Legacoop Romagna- per questo, da sempre, soprattutto lungo la nostra costa adriatica, siamo consapevoli di come le evidenze pubbliche, se non opportunamente definite, rischino di far saltare la filiera del turismo balneare e di indebolire l’intera offerta costiera, generando una concorrenza incontrollata, divisioni nel tessuto delle piccole imprese familiari, fratture nelle comunità costiere e penalizzando gli imprenditori sani che vogliono continuare a produrre lavoro e qualificazione dell’offerta.”

"Le cooperative tra stabilimenti balneari della Romagna - aggiunge Patrizi - sono convinte che sia possibile trovare soluzioni durature ed efficaci e che occorra farlo prima che inevitabili risoluzioni future, sempre più drastiche, indeboliscano ulteriormente le attività esistenti. In particolare occorre rendersi conto dell’importanza di queste aggregazioni di imprese, per lo più familiari, in grado di fornire nel tempo servizi pubblici distintivi alla comunità e al turismo. Pensiamo, per fare un esempio tutto “Made in Romagna”, al salvamento o alla difesa della costa che caratterizzano in positivo la Regione, rappresentandone un valore aggiunto di sicurezza e di qualità dell’offerta turistica complessiva. Noi riteniamo che si sia ancora in tempo per stabilire criteri che valorizzino ulteriormente il lavoro, la professionalità, l’aggregazione e la qualità delle imprese familiari e cooperative. Ma, per riuscirci,  serve muoversi subito e non attendere ulteriormente “tempi supplementari” che causano insicurezze e tensioni che non possiamo più permetterci. Le cooperative balneari sono compatte e fanno fronte comune per contribuire a risolvere la questione delle concessioni balneari. Di fronte a una situazione complessa, in cui la presenza organizzata di tutte le rappresentanze associative è fondamentale per affrontare il problema, il mondo cooperativo lavora affinché il problema delle evidenze pubbliche imposte dall’Europa, sia affrontato nella massima unità".

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