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Cronaca

Concessioni balneari, nuovo rinvio all'orizzonte. Gare pubblicate dai Comuni solo nel 2025

Verso un nuovo slittamento con proroga per gli stabilimenti. L'assessora Roberta Frisoni: "Questo continuo procrastinare non rende agevole il lavoro che stiamo portando avanti sul nuovo piano dell’arenile"

Si va verso un posticipo. Un lungo rinvio. Per le concessioni belneari, dopo i confronti romani con le associazioni di categoria, le gare dovranno attendere. Questo quantomeno è quanto emerge dalle notizie delle ultime ore. Le commissioni Affari costituzionali e bilancio del Senato avrebbero raggiunto un compromesso sulla storia ormai senza fine della messa a gara delle concessioni balneari, decidendo di concedere la proroga ancora di un ulteriore anno e fissando quindi al 2025 la pubblicazione delle evidenze pubbliche da parte degli enti locali. In questo caso con i Comuni che saranno impegnati in prima linea nel pubblicare i bandi di gara.

“Di fatto quindi, dopo tanto parlare, si è scelto di dare attuazione alla procedura prevista dalla legge sulla concorrenza approvata dal governo Draghi, che concedeva la possibilità ai Comuni di avere a disposizione dodici mesi un più per disciplinare le gare in caso di “difficoltà oggettive” – spiega l’assessora al Demanio del Comune di Rimini Roberta Frisoni -. Una facoltà a cui probabilmente nessun Comune avrebbe rinunciato: la “difficoltà oggettiva” infatti non è altro che l’attesa perdurante affinché si definiscano una volta per tutte i decreti attuativi, l’ossatura fondamentale su cui costruire le gare e senza i quali dunque è concretamente impossibile per qualunque Comune definire delle evidenze pubbliche in maniera accurata oltretutto su una partita così impattante”.   

“Al di là quindi di questi palliativi, funzionali più a far rumore che ad altro, il vero annuncio che ci attendiamo dal Governo è quello della istituzione del tavolo tra esecutivo, Comuni e Regioni per avviare nel più breve tempo possibile il riordino della materia su cui costruire quei bandi su cui si gioca il futuro di un comparto strategico per l’economia del Paese e del nostro territorio e che dà lavoro a migliaia di imprese e quindi di famiglie. C’è bisogno di certezze nel settore non di continuare a buttare la palla in avanti”, aggiunge Frisoni.

“Questo continuo procrastinare inoltre non rende più agevole il lavoro che stiamo portando avanti sul nuovo piano dell’arenile, oggetto già dall’autunno di un confronto avviato da mesi con gli operatori balneari, le categorie, associazioni e non da ultimo con la Soprintendenza. Pur in un quadro di incertezza normativa, non ci fermiamo e contiamo di arrivare a definire entro la primavera la proposta per uno strumento urbanistico che si propone di stimolare l’innovazione della spiaggia, in continuità con la radicale trasformazione avviata grazie al progetto del Parco del Mare. E’ il caso di dire che ‘navighiamo a vista’, in attesa di capire come integrare il lavoro di pianificazione urbanistica che stiamo attuando con le (non) scelte del Governo in materia di concessione. Quello che è certo è che non c’è altro tempo da perdere, se non vogliamo ritrovarci, magari tra sei mesi, ad essere ancora al punto di partenza”, conclude l’assessora.

“Lo abbiamo ripetuto più volte: sui balneari il regime attuale di canoni irrisori e di criticità croniche, dove i più scaltri si fanno beffe di chi lavora in modo corretto e virtuoso, non può più esistere nel 2023 - ha commentato il senatore del Movimento 5 stelle Marco Croatti. - Con il rinvio messo a punto nel Milleproroghe il governo dei patrioti di Giorgia Meloni si prende una grande responsabilità, perché ci porta alla prova di forza con l’Ue e soprattutto prosegue la colossale presa in giro nei confronti di tutto il settore. Questo perché il percorso che porterà a un sistema di gare pubbliche è inesorabile. La verità è che la Meloni è stata costretta a regalare la bandierina a Lega e Forza Italia che ovviamente, con i loro capricci, alla fine l’hanno spuntata. Ne pagheranno il prezzo imprese, lavoratori e utenti: se questo comparto decisivo per il turismo italiano rimane irriformabile lo si deve solo alle scelte surreali di questo sgangherato Centrodestra. Una coalizione che non va d’accordo su nulla, ma che soprattutto conferma come siano pronti a paralizzare il paese per un pugno di voti. Il Movimento 5 Stelle resta convinto che le spiagge italiane, da beni pubblici quali sono, debbano essere assegnate tramite gare ad evidenza pubblica. Per i sovranisti dello sdraio invece va bene questo pesante clima di incertezza che blocca un comparto strategico del Paese, indebolisce l’offerta turistica di tante località balneari e impedisce agli stessi operatori del settore di progettare il futuro”.

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