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Cronaca

Confcommercio chiede di eliminare le restrizioni per il Covid e il Green pass

Indino: "Guerra alle porte, inflazione, bollette alle stelle, incertezza, limitazioni, sfiducia, calo dei consumi: siamo in un momento drammatico"

Stop alle limitazioni imposte per il contenimento della pandemia e, soprattutto, dell'obbligo del Green pass. A chiedere al Governo il rientro alla normalità è la Confcommercio che sottolinea come con la "Guerra alle porte, inflazione, bollette alle stelle, incertezza, limitazioni, sfiducia e calo dei consumi siamo in un momento drammatico". E' Gianni Indino, presidente Confcommercio della provincia di Rimini, in una nota a spiegare come "serve che arrivino subito dal governo segnali univoci e concreti per non giocarci la stagione estiva". “Crediamo - spiega Indino - sia arrivato il momento di accelerare sull’eliminazione, almeno graduale, dei provvedimenti di limitazione legati alla pandemia che sono ancora in vigore in Italia. Ancora una volta alcuni Paesi europei ci hanno preceduto nel togliere gli obblighi legati al Green Pass per un graduale ritorno alla normalità. Da Fipe, la Federazione dei pubblici esercizi, arriva la proposta caldeggiata da tutta Confcommercio, di restituire coerenza ai provvedimenti anti-Covid, figli di una stagione che ci siamo lasciati alle spalle. Innanzitutto serve partire dalla revisione delle sanzioni: continuiamo a ritenere ingiusto attribuire ai gestori delle attività economiche l’onere del controllo del Green Pass, che per altro svolgono con grande impegno da due anni nonostante le difficoltà organizzative con relative sanzioni e chiusure. È come se per chi guida oltre il limite di velocità venisse sanzionato il produttore dell’auto e non solamente l’automobilista indisciplinato".

"Per riprendere le attività economiche a buon ritmo e soprattutto per dare un segnale forte a tutto il settore del turismo già gravemente provato dagli ultimi anni - prosegue Indino - è il momento di smetterla con i “forse”, i “ma”, i “faremo”: dopo il 31 marzo le misure vanno allentate e ancora meglio se si riesce a farlo prima. Se vogliamo ripartire davvero, servono segnali univoci e positivi, quelli che altre nazioni stanno già dando in vista della stagione turistica estiva. La guerra alle porte, poi, sta acuendo problemi già emersi da mesi: un’impennata del caro-energia per commercio, turismo e ristorazione che il nostro Ufficio Studi stima nell’anno in corso a un +164% rispetto al 2021 con oltre 30 miliardi in più di spesa a cui si aggiungono altri 21 miliardi di euro in più per il settore trasporti. A questo si aggiunge l’incertezza sugli approvvigionamenti delle materie prime, già limitati per le conseguenze della pandemia e che ora subiscono anche le conseguenze della guerra e, in taluni casi, anche delle speculazioni. Inflazione, bollette alle stelle, clima di incertezza, limitazioni, sfiducia, calo dei consumi: siamo in un momento drammatico e per questo serve che arrivino subito dal governo segnali univoci e concreti. Ora è il momento del coraggio, è il momento di prendere provvedimenti che ci liberino dalle paure e dal fardello della pandemia che, numeri alla mano, stiamo finalmente superando”.

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