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Cronaca

Controlli anche nel Riminese sulla qualità del pesce nei ristoranti: 15 sequestri, multe per 32 mila euro

I sequestri hanno comportato il ritiro dalla vendita ai fini della distruzione di circa 500 chilogrammi di prodotti ittici vari

Durante la scorsa settimana ha avuto corso la seconda operazione regionale di vigilanza sulla filiera pesca eseguita dai militari delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera nel territorio emiliano-romagnolo, quale intensificazione delle ordinarie attività di controllo a tutela del settore ittico e dei consumatori finali, in adesione agli accordi europei inerenti la politica comune sulla pesca marittima, connessi al Fondo europeo per la politica marittima, la pesca e l’acquacoltura- Feamp.

Difatti, tali specifiche operazioni rientrano nei peculiari compiti d’Istituto demandati al Corpo dal Dicastero delle politiche agricole, alimentari e forestali che, a livello regione Emilia-Romagna, vengono coordinate dal punto di vista operativo dell’ottavo Centro Controllo Area Pesca (ottavo Ccap), che ha sede presso la Direzione marittima dell’Emilia-Romagna a Ravenna.

In considerazione del periodo stagionale estivo, la vigilanza è stata mirata al controllo più capillare dei locali di ristorazione e somministrazione di prodotti ittici lungo le località rivierasche, in ragione della maggior richiesta di pescato per via della maggior presenza di turisti e di clienti in genere, sia a tutela dei consumatori che dei regolari pescatori professionali, avendo così cura di analizzare la tracciabilità/etichettatura delle partite, il rispetto delle taglie minime e delle specie consentite, anche ai fini del contrasto alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata.

In sintesi, in soli tre giorni di attività, i militari del Corpo operanti tra Cattolica e Goro hanno svolto 51 ispezioni, da cui l’effettuazione di 170 controlli e l’elevazione di 25 illeciti amministrativi per un ammontare di oltre 32.000 euro di sanzioni pecuniarie, con l’esecuzione di 15 sequestri, i quali hanno comportato il ritiro dalla vendita ai fini della distruzione di circa 500 chilogrammi di prodotti ittici vari.

È stato inoltre assicurato il rispetto del fermo pesca regionale per le unità a strascico in vigore fino all’11 settembre, fermo restando che è comunque possibile trovare prodotto fresco italiano/locale proveniente anche dalla piccola pesca artigianale e dall'acquacoltura, per cui il consiglio è sempre quello di verificare bene le informazioni riportate sull'etichetta (riportante almeno la zona di produzione, la denominazione e il metodo di cattura) che deve essere obbligatoriamente esposta sui banchi di vendita, così come deve essere espressamente indicato nei menù dei ristoratori l’eventuale somministrazione di prodotti ittici congelati e/o surgelati, in quanto in assenza di tale indicazione si presuppone trattarsi invece di alimenti freschi.

La tutela delle risorse alieutiche deve passare oltre dai “Piani di sviluppo e conservazione” decisi a livello comunitario e nazionale anche dalla consapevolezza che tutti gli attori a vario titolo coinvolti, dal pescatore al rivenditore, al ristoratore e sino al semplice consumatore, con i loro comportamenti e scelte concorrono attivamente alla necessaria sostenibilità dell’ecosistema marino, quale superiore bene comune.

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