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Cronaca

In una settimana i casi aumentati del 92,7%, triplicati i ricoveri in Terapia intensiva

Il distretto sud di Rimini arriva a sfiorare la zona gialla, Altini: "Siamo in una fase delicata, in cui molto dipende da noi e dai nostri comportamenti"

L'Ausl Romagna ha diffuso il bollettino coi dati dell'ultima settimana sull'andamento del Coronavirus nel suo territorio dal quale emerge una ulteriore tendenza al rialzo della curve epidemica per la sesta settimana consecutiva. Nel periodo dall'15 al 21 novembre, che prende in considerazione i casi di residenti diagnosticati sul territorio romagnolo, si sono registrate si sono registrate 2.775 positività (6%) su un totale di 46.516 tamponi.  Si registra un aumento dei nuovi casi in termini assoluti (+960) che rappresentano un incremento del 52,4%. Rispetto alle previsioni del Piano aziendale si registra un tasso di occupazione di posti letto da parte di pazienti affetti da COVID, che ci pone nel livello arancione. In totale sono ricoverati 136 pazienti, con un aumento del 24,8%, di cui 12 in terapia intensiva che rappresentano un aumento del 200%.

La situazione nella provincia di Rimini vede la curva epidemica continuare a salire ancora di più rispetto alla settimana scorsa e, in Romagna, vede contendersi il primato con la provincia di Ravenna. Nel periodo analizzato dall'Ausl si sono avuti 796 nuovi casi positivi (erano 413 la scorsa settimana) così distribuiti: nel distretto riminese che conta un'incidenza di 211 malati ogni 100mila residenti mentre la zona sud ha un'incidenza di 246 malati ogni 100mila residenti. Quest'ultimo dato sfiora il limite dei 250 positivi su 100mila residenti che fa scattare la zona gialla.

La situazione dei ricoveri, rispetto alla precedente rilevazione, ha avuto una nuova crescita del 24,8%: sono infatti 136 i pazienti che si trovano in terapia sub-intensiva (109 la scorsa settimana) e 12 in Terapia intensiva con questo ultimo dato che triplicato in una settimana. Dall'analisi emerge come il numero dei ricoverati in Terapia intensiva sia in netto aumento tra quelli che non hanno fatto il vaccino o non hanno concluso la campagna vaccinale. Nel periodo dal 23 Settembre al 20 Ottobre 2021, l’incidenza dei ricoveri in ospedale per COVID è stata di 6,9/10.000 nei nonvaccinati, rispetto a 1,4 nei vaccinati.

Nell'ultima settimana sono diminuiti i decessi per Covid: 13 quelli registrati in Romagna di cui 4 nella provincia di Rimini che portano il totale dall'inizio dell'epidemia a 1113. Al momento nella provincia di Rimini risultano 148 sanitari sospesi per non aver voluto effettuare la vaccinazione. Sul fronte della scuola, in provincia di Rimini risultano in quarantena gli alunni di 42 classi: 8 nella scuola d'infanzia e 14 in quella primaria, 11 alle medie e 9 alle superiori. Allo stesso tempo risulta un focolaio attivo in una casa di riposo.

Per quanto riguarda la campagna vaccinale, i dati del riminese indicano che ad aver completato il ciclo per la copertura è il 77% della popolazione, il dato più basso di tutta la Romagna. Nel dettaglio, il 95% degli over 80, dell'89% per la fascia 70-79, del 83% per la fascia 60-69, del 78% per la fascia 50-59, del 71% per la fascia 40-49, del 68% per la fascia 30-39, del 72% per la fascia 20-29 e del 59% per la fascia 12-19.

“Anche questa settimana - commenta Mattia Altini, direttore Sanitario di Ausl Romagna - i dati confermano una maggior circolazione del virus, che si traduce in un aumento delle nuove positività e dell’occupazione dei posti letto, in particolare nei reparti Covid ordinari. In una fase di recrudescenza come quella a cui stiamo assistendo ora, ovunque,  è necessario accelerare sulle terze dosi del vaccino ma anche insistere sulla somministrazione delle prime e seconde dosi perché i vaccini sono il modo migliore per frenare l’epidemia e metterci al riparo dallo sviluppo della malattia nella sua forma più seria. E a chi avesse ancora dubbi sull’efficacia delle vaccinazioni, dico di osservare con attenzione i dati di oggi rispetto a quelli della stessa settimana dell’anno scorso, quando eravamo per di più in presenza di forti restrizioni. Un anno fa avevamo 3969 nuovi casi rispetto ai 2775 attuali, si contavano una media settimanale di ricoveri pari a 503 contro quella attuale che è di 112 e una media di ricoveri in terapia intensiva pari a 43 a fronte della media attuale che è 6. Non c’è dubbio, la differenza più significativa oggi è riscontrabile nella malattia grave grazie  all’effetto della protezione del vaccino. Ma allo stesso tempo, contano eccome anche tutte le misure di prevenzione individuali: continuiamo ad osservarle con rigore, siamo in una fase delicata, in cui molto dipende da noi e dai nostri comportamenti. Il ritorno passo dopo passo alla vita di relazione pre-covid nella sua interezza  è direttamente proporzionale alla percentuale di popolazione che aderirà alla campagna vaccinale. Di fronte alla sfida che la realtà ci propone dobbiamo  comportarci come una comunità (l’apporto del singolo al valore per tutti)”.

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