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Cronaca

Coronavirus, Comuni sud di Rimini sono una delle aree che preoccupano di più per il contagio

La parte sud della provincia di Rimini è una delle aree che desta maggiore preoccupazione per l’epidemia di Coronavirus. Lo spiega la Regione

La parte sud della provincia di Rimini è una delle aree che desta maggiore preoccupazione per l’epidemia di Coronavirus. Con 93 casi registrati fino alle ore 12 di venerdì mattina, vale a dire +25 nelle ultime 24 ore, per l’ex assessore regionale alla Sanità Sergio Venturi, ora commissario ad acta dopo il contagio dell’assessore in carica Raffaele Donini “si è una crescita importante, soprattutto perché la città di Rimini è relativamente indenne e l’epidemia è concentrata nell’area sud della provincia”. E’ quindi la Valconca una delle aree più colpite anche se non si toccano i 426 casi della provincia di Piacenza o i 181 di quella di Parma.

dei 25 nuovi casi della provincia di Rimini, 16 sono pazienti maschi e 9 donne, di età compresa tra i 39 e i 93 anni. Di questi pazienti 15 sono a casa in isolamento volontario domiciliare poiché senza sintomi o con sintomi lievi e 10 sono stati ricoverati in ospedale, sebbene con sintomi non gravi. Oggi sono stati dimessi 2 pazienti.

In Emilia-Romagna sono complessivamente 870 i casi di positività al Coronavirus, 172 in più rispetto all’aggiornamento di giovedì pomeriggio. E passano da 2.884 a 3.136 i campioni refertati. Si tratta di dati disponibili e accertati alle ore 12 di venerdì, sulla base delle richieste istituzionali. Si conferma anche oggi che si tratta in maggioranza di persone che presentano un quadro clinico non grave, con sintomi modesti o addirittura privi di sintomi. 366 sono infatti i pazienti che non necessitano di cure ospedaliere, ma 397 sono ricoverati nei reparti ospedalieri, 52 i pazienti ricoverati in terapia intensiva (20 in più rispetto a ieri).

E’ aumentato, passando da 10 a 17 il numero delle guarigioni, 16 delle quali riguardano persone “clinicamente guarite”, divenute cioè asintomatiche dopo aver presentato manifestazioni cliniche associate all’infezione e una dichiarata guarita a tutti gli effetti perchè risultata negativa in due test consecutivi; ma purtroppo sale anche il numero dei decessi, passati da 30 a 37. I 7 nuovi decessi riguardano 5 piacentini: 4 uomini, rispettivamente di 77, 82, 83, 85 anni e una signora di 94, tutti deceduti al nosocomio di Piacenza; e due donne della provincia di Parma, di 84 e 68 anni, decedute all’ospedale di Parma.  La grande maggioranza delle persone decedute aveva patologie pregresse, a volte plurime; per un decesso sono invece ancora in corso gli approfondimenti.

In dettaglio, questi sul territorio i casi di positività, che si riferiscono sempre non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 426 Piacenza (48 in più rispetto a ieri), 180 Parma (31 in più), 93 Rimini (25 in più), 73 Modena (28 in più), 44 Reggio Emilia (13 in più), 41 Bologna (22 in più rispetto a ieri), 4 Forlì-Cesena, 8 Ravenna (5 in più rispetto a ieri). Per la prima volta si riscontra 1 caso positivo nella provincia di Ferrara.

Più posti letto in terapia intensiva

Prosegue intanto da parte della Regione il massimo impegno per potenziare la rete ospedaliera, incrementando il numero dei posti letto in terapia intensiva. Questo avverrà, in particolare, per le strutture ospedaliere del piacentino dove è previsto – già a partire da sabato con l’ospedale di Castel San Giovanni- il raddoppio delle postazioni di terapia intensiva, che passeranno da 15 a 33 (oltre le 9 postazioni per l’attività ordinaria, extra Coronavirus).

Venturi ha definito positivo la diminuzione della crescita dei casi positivi a Piacenza (+10%)  e a segnalato il caso positivo della neomamma che ha partorito mentre era affetta dal virus ed ora è guarita.  Alla popolazione anziana attiva la nuova esortazione di Venturi: “Li esorto a ritirarsi dalla vita sociale per qualche settimana, questo permette di rallentare l’andamento dell’infezione”. La raccomandazione arriva dopo che all’interno di una bocciofila dell’Imolese si sono registrati ben 16 casi tutti assieme. “Non possiamo permettercelo, dobbiamo lasciare liberi i posti in terapia intensiva per chi si ammala in modo inconsapevole” e che rispettano il divieto di aggregarsi. Proprio sulle attività dei centri anziani e i luoghi in cu praticare attività sportive, conclude Venturi, “stiamo pensando a misure più restrittive col Governo”. 

L'ausl Romagna

“È molto importante chiarire – spiega la Direzione Medica dell’AUSL – che il trend di crescita nelle positività che si sta riscontrando soprattutto negli ultimi giorni, è frutto dell’effettuazione di un alto numero di tamponi, sia in persone per le quali a seguito dell’indagine epidemiologica si sia riscontrato un contatto stretto con un paziente positivo e contestualmente siano insorti sintomi, sia in pazienti con sintomi gravi per i quali si è reso necessario il ricovero in ospedale. Questo approccio, come già spiegato, è finalizzato alla massima tutela e prevenzione per la cittadinanza e al contenimento, per quanto possibile, della patologia. Infatti l’individuazione dei casi, e la successiva indagine epidemiologica con l’attivazione della quarantena domiciliare volontaria per i contatti stretti, è l’unica misura utile per il contenimento del contagio. Per questo è molto importante che le persone sottoposte a questa misura rispettino le prescrizioni che vengono comunicate al momento dell’attivazione”.
 

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