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Cronaca Santarcangelo di Romagna

Il virus non ferma Santarcangelo Festival: la 50esima edizione si svolgerà in tre atti e durerà un anno

La direzione artistica dei Motus confermata anche per il 2021 e dà vita al "Futuro Fantastico". La kermesse scopre l'inverno e nuove soluzioni per coinvolgere il pubblico

L'epidemia che in questi mesi sta sconvolgendo le esistenze di tutta la popolazione mondiale e sta impattando drammaticamente sulle attività dello spettacolo dal vivo internazionale, impone un radicale cambiamento anche alla cinquantesima edizione di Santarcangelo Festival, la più longeva manifestazione italiana dedicata alle arti della scena contemporanea, uno dei più prestigiosi e innovativi appuntamenti europei nell’ambito del teatro e della danza. 

Nato nel 1971 a Santarcangelo di Romagna (RN), da una strettissima relazione tra Città e progettualità artistica, Santarcangelo Festival è da sempre all’avanguardia nel portare avanti la riflessione sul rapporto tra arte e dimensione pubblica, tanto nell’approccio agli spazi fisici quanto nelle traiettorie di ricerca artistica. E se la pandemia in atto da un lato mette a dura prova questa vocazione (specialmente nella sua dimensione internazionale), dall’altro rappresenta anche un'opportunità per riaffermare l’identità del Festival, fortemente legata all’uso dello spazio pubblico e al rapporto con il territorio.

"Sapete perché il Festival è durato 40 anni? – disse Piero Patino, primo direttore artistico di Santarcangelo Festival, in un’intervista del 2010 – E sapete perché durerà di più? Perché fin dall’inizio c’è stata un’idea: quella di fare teatro in mezzo alla gente e per la gente. Non per farla divertire ma per farla pensare", ricordano gli organizzatori.

Progetto e novità

L’edizione 2020 disegnata nei mesi scorsi dalla direzione artistica di Motus, era stata infatti concepita come fortemente orientata all’uso degli spazi pubblici, in particolare con il progetto Marea; e il claim Futuro Fantastico, mutuato da un racconto di Isaac Asimov (di cui nel 2020 ricorrono anche i 100 anni della nascita), sposta lo sguardo dai cinquant’anni trascorsi per lanciarlo su quelli futuri, senza rinunciare a visioni utopiche. È nata così l’idea di Santarcangelo Festival 2050: combinazione che unendo l’anno 2020 e 50 anni di storia restituisce l’intento di aprire orizzonti e guardare lontano.

Ora, a causa dell’emergenza che ci si trova a fronteggiare, Santarcangelo Festival 2050 si trasforma di nuovo, e presenta un progetto culturale lungo 12 mesi, che si dispiega tra luglio 2020 e luglio 2021. Data l’impossibilità quest’anno di realizzare appieno il programma artistico così come era stato concepito, il Consiglio di Amministrazione di Santarcangelo dei Teatri ha confermato fino al 2021 l’impegno di Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande, rimandando al triennio 2022/’24 l’incarico della nuova direzione. Il cinquantennale pandemico che Santarcangelo Festival 2050 si appresta a celebrare sarà dunque un viaggio in tre atti lungo un anno.

Tempi e modalità

Atto primo, dal 15 al 19 luglio 2020
Se non saranno introdotte nelle prossime settimane categoriche misure restrittive in merito agli eventi pubblici open-air di quest’estate, che ne impediscano a qualunque condizione lo svolgimento, il primo atto di Santarcangelo Festival 2050 si terrà dal 15 al 19 di luglio 2020 e occuperà come e quanto possibile lo spazio pubblico, invitando gli artisti coinvolti a ripensare le proprie opere in funzione delle nuove modalità di fruizione. In alcuni luoghi all’aperto della città, dalla radura di Imbosco all’Area Campana, da Piazza Ganganelli allo Sferisterio, il Festival presenterà creazioni con formati e contenuti inediti, capaci di restituire la complessità del presente, la densità del passato e l’opacità del futuro, attraverso linguaggi e modalità di accesso inclusivi.  Il Festival è in dialogo con molte artiste e artisti italiani, tra i quali alcuni già impegnati in progetti partecipativi e di coinvolgimento della cittadinanza locale, per verificare l'adattabilità delle opere a questa mutata dimensione scenica. “Non sarà un Festival on-line: la sfida è implementare strategie per permettere l’incontro fra artisti e pubblico, in sicurezza, utilizzando a pieno le meravigliose potenzialità che offrono i grandi spazi aperti di Santarcangelo” spiega Daniela Nicolò. Alla fruizione dal vivo, che sarà fortemente limitata nei numeri per rispondere alle direttive, verranno poi combinate soluzioni per assistere in differita ad alcuni degli appuntamenti e accedere a contenuti aggiuntivi, grazie alla creazione di un palinsesto ospitato da canali televisivi e piattaforme di streaming già attivi. 

Atto secondo. Inverno 2020-2021
Il secondo atto di Santarcangelo Festival 2050 - Winter is coming si terrà nell’inverno 2020/’21 negli spazi del rinnovato Teatro Il Lavatoio (i cui lavori di ristrutturazione è previsto si concludano entro fine luglio) e ospiterà le nuove creazioni in maggior parte di registe e coreografe italiane emergenti, con cui il dialogo era già stato avviato e che saranno invitate in residenza artistica nei prossimi mesi. Il Festival non rinuncia ad essere propagatore di novità e anzi desidera rilanciare il proprio ruolo di scoperta e valorizzazione dei talenti e delle eccellenze della scena nazionale, che mai come in questo momento non possono essere abbandonati alle cieche logiche del mercato teatrale ma necessitano di sostegno economico, accompagnamento e promozione.

Atto terzo, luglio 2021
Il terzo atto si terrà a luglio 2021, momento nel quale il Festival potrà recuperare la propria dimensione internazionale e invitare a Santarcangelo alcune delle più interessanti creazioni del panorama mondiale delle performing arts. I progetti che nell’estate 2020 non potranno essere realizzati, verranno posticipati in questa ultima tappa 2021 del cinquantennale, con inevitabili trasformazioni e riadattamenti. “Le artiste e gli artisti che abbiamo coinvolto sono figure radicali della scena, che abbiamo invitato anche per la sensibilità e prontezza nel rendere le loro opere fotosensibili e reattive ai mutamenti più inimmaginabili del quotidiano” spiega Enrico Casagrande.
Fra le tante proposte, ci saranno progetti complessi, come ad esempio lo speciale focus dedicato all’opera di Lia Rodrigues e ad altri artisti provenienti dal Sud America; il progetto di live cinema che coinvolge diversi registi internazionali; la piattaforma A School with a view dedicata alle esperienze di formazione in ambito performativo, che vede da mesi coinvolte in un dialogo serrato alcune delle più importanti istituzioni artistiche internazionali: Haute École La Manufacture di Losanna – Svizzera, DAS Theatre di Amsterdam – Olanda, Kask di Gand – Belgio, Prague Performing Arts Academy – Repubblica Ceca, Corso di Laurea Magistrale in Teatro e Arti Performative Iuav di Venezia – Master in arti performative e spazi comunitari, PACS / Palaexpo Roma, ATW Gießen Institut – Germania.

Le linee guida del programma di Santarcangelo Festival 2050 così come era stato disegnato prima della pandemia, verranno pubblicate a giugno nel catalogo, unitamente al calendario completo della nuova edizione 2020.

santarcangelo festival - Ph. Katia Giuliani_Reconnection with Nature #2-2

I direttori artistici

Daniela Nicolò & Enrico Casagrande intervengono così in merito a Santarcangelo Festival 2050: “Attraversando le tematiche di Santarcangelo 2050, che tanto sugli slittamenti temporali insisteva, decidiamo di non annullare né posticipare ma dilatare il Festival, con una prima azione estiva per tornare ad abitare lo spazio pubblico: un progetto pilota che parte dalle norme di distanziazione per inventare altre modalità di  stare insieme, a un metro (o più) di distanza. Tutto il Festival sarà atto performativo, un set cinematografico esploso, dove cittadini e cittadine, performer, tecnici, cuochi, negozianti, amministratori… saranno attori di un gigante film post-apocalittico: a Santarcangelo si può, immaginando la Piazza, lo Sferisterio, il parco dell’Imbosco, come nuovi palcoscenici naturali. Con la casa di produzione cinematografica Dugong pensiamo a una debita documentazione di questa performance collettiva di cinque giorni. Data l’unicità dell’intero processo di ripensamento del Festival sarà un documentario sulla capacità adattiva dell’immaginazione.

Sarà un’operazione possibile solo con la collaborazione della cittadinanza tutta, un gesto comune anche per far ripartire la vita mutata e le disastrate attività commerciali saldamente legate alle tante proposte culturali che Santarcangelo ha sempre offerto. Sarà un Festival abitato soprattutto da artiste e artisti italiani, ma il localismo non ci spaventa: quando si riparte è necessario prima di tutto guardarsi in faccia e contare sulle alleanze di lunga data, sui legami di fiducia e gli impegni solidali. È anzi occasione imprescindibile per spostare il fuoco sul nostro paesaggio teatrale, martoriato dal lockdown e dalle discrepanze dei sussidi. Sarà un Festival modulato per essere accessibile a tutte e tutti, anche chi non ha i supporti tecnologici per seguirne alcune sezioni, che inevitabilmente saranno in live-streaming. Vorremmo utilizzare un canale televisivo dedicato, per disegnare un palinsesto virale che incroci magicamente cinema, teatro e televisione, accogliendo anche interventi da artisti e teorici della scena internazionale con cui eravamo in dialogo. Ma un Festival è anche una festa e un rito sensuale e comunitario, che immunizza dalle paure e facilita le relazioni inceppate dal tempo, un Festival produce ossigeno, e accende fuochi immaginativi ed emozionali, è catartico e costruttivo. Un Festival immateriale e che si fonda sull’effimero di eventi volatili e perituri, crea comunque indotto, economia, lavoro”. 

L'intervento di Boccia Artieri

Aggiunge Giovanni Boccia Artieri, presidente di Santarcangelo dei Teatri: “La cultura è parte integrante delle risorse del Paese e Santarcangelo Festival è un’impresa culturale che incide sul territorio locale sia dal punto di vista economico, sia relativamente all’attrattività turistica, sia generando posti di lavoro, sia formando competenze avanzate. Il tutto all’interno di un orizzonte di visibilità internazionale. È a questa realtà che molti stanno guardando ed è nostra intenzione dare una risposta simbolica e organizzativa a quanto sta accadendo con la pandemia. Per questo abbiamo confermato la direzione artistica di Motus, per dare respiro e prospettiva al Festival, reinterpretando il cinquantennale in tre atti, così da poterlo celebrare attraverso una progettualità dilatata che guardi al futuro e non si lasci schiacciare dal presente. Credo infatti che questo sia un momento in cui dobbiamo ripartire dal futuro, cioè immaginare quello che sarà possibile senza limitarsi a soluzioni che rispondono all’emergenza, che si concentrano sull’oggi facendosi dettare i ritmi mentali e corporei dal clima della quarantena e del post-lockdown. Occorre lavorare in massima sicurezza sia per organizzatori e artisti, sia per i pubblici. Ma questa è una necessità che dobbiamo dare per scontata. Si tratta piuttosto di fare domande circa le necessità che la forma “dal vivo” e “in piazza” pone. Per questo dobbiamo ripartire da questi due elementi per il nostro Santarcangelo Festival 2050 primo atto: essere presenti nei luoghi pubblici con i corpi. 

Immagino Santarcangelo 2050 come un’esperienza pilota per guardare al futuro, per esplorare assieme alle istituzioni locali, regionali e nazionali le possibilità di riportare il lavoro degli artisti, dei tecnici, degli organizzatori al centro di un meccanismo di ideazione. E trovare nuovi modi di parlare ai pubblici – ripartendo dai cittadini – nell’istantaneità degli eventi e nella possibilità di fruire in differita di formati nuovi in cui consentire di fare l’esperienza del Festival attraverso un palinsesto mediale. Questa è la nostra ambizione: dire che Santarcangelo Festival c’è, c’è quando dovrebbe esserci e c’è per dimostrare che le imprese culturali sono in grado di produrre valore quando ci serve di più. A questo punto lanciamo l’appello ai soggetti istituzionali e di mercato per investire non solo sul Festival ma sul modello pilota che ci piacerebbe costruire assieme”.

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