rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Riccione

Giro di corruzione per favorire società di recupero crediti, coinvolta anche un'impresa di Riccione

Sono in totale sedici le persone indagate nell’ambito dell'inchiesta “Interrogazione a sorpresa” condotta dalla Guardia di finanza di Palermo. Disposti i domiciliari per l’imprenditore della società di Riccione

Avrebbero corrotto dipendenti pubblici per ricevere informazioni delicate. Con l’intento di favorire società di recupero crediti. Coinvolta nell’operazione della Guardia di Finanza di Palermo c’è anche un’azienda con sede a Riccione, il cui titolare si trova al momento agli arresti domiciliari. Sono in totale sedici le persone indagate nell’ambito dell'inchiesta “Interrogazione a sorpresa” condotta dalla Guardia di finanza che ha eseguito un’ordinanza con cui il gip ha disposto il sequestro preventivo di tre imprese con sede a Palermo, Messina e Riccione e disponibilità finanziarie per circa 77 mila euro. Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, corruzione, accesso abusivo alle banche dati, rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio.

L’indagine, coordinata della Procura di Palermo, è nata da una segnalazione della funzione ispettiva della Direzione centrale delle risorse umane dell’istituto previdenziale e si è sviluppata attraverso due filoni investigativi. Il primo si è concentrato su un dipendente pubblico in servizio a Palermo che avrebbe eseguito 6 mila accessi abusivi per recuperare dati su circa 800 persone da cui le imprese coinvolte avrebbero dovuto recuperare dei crediti. A fronte del servizio, l’impiegato avrebbe incassato una somma totale di circa 17 mila euro.

L’altro filone ha riguardato invece la fase successiva all’allontanamento del dipendente, nel frattempo scoperto e sospeso dall’Inps. "In tale contesto - si legge in una nota - è emersa la figura di un dipendente del comune di Quartu Sant’Elena, in provincia di Cagliari, che risulterebbe aver compiuto numerosi accessi abusivi alle banche dati a lui in uso per lavoro così da fornire informazioni riservate su soggetti debitori, ottenendo in cambio denaro per circa 8 mila euro".

Contestualmente, dalle indagini condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo-Gruppo tutela spesa pubblica, è emerso che il titolare della società romagnola avrebbe avviato ulteriori contatti con una ditta di disbrigo pratiche di Messina e con un’altra di investigazioni private di Salerno. "Al riguardo - si legge ancora - sarebbe emersa la figura di un dipendente dell’Inps, questa volta della sede Napoli-Soccavo, che avrebbe reperito informazioni riservate tramite numerosi accessi abusivi ai sistemi informatici a favore della ditta peloritana ma anche di professionisti e dipendenti di società di consulenza amministrativa campani, ricevendo anche lui in cambio delle somme di denaro".

Rispetto alle richieste avanzate dai magistrati, il gip - pur riconoscendo il quadro probatorio - non ha ritenuto di disporre misure cautelari personali nei confronti degli indagati. La Procura però ha impugnato l’ordinanza davanti al tribunale del Riesame che quindi ha disposto i domiciliari per l’imprenditore di Riccione e l’interdizione dall’esercizio di attività imprenditoriale, per un periodo di 6 mesi, per l’amministratore di fatto della società palermitana.
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Giro di corruzione per favorire società di recupero crediti, coinvolta anche un'impresa di Riccione

RiminiToday è in caricamento