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Cronaca

Covid positivo scappa due volte e devasta reparto, gli operatori: "Ci siamo sentiti abbandonati"

A scatenare il caos il gambiano 20enne fuggito sia dal nosocomio di Lugo che da quello di Rimini, i sanitari dell'Infermi: "Ha minacciato di morte noi e il suo compagno di stanza"

"Tanta amarezza ed un sospiro di sollievo per il pericolo scampato ma ci siamo sentiti abbandonati dalle forze dell'ordine". A raccontare i retroscena di quello che è accaduto tra giovedì e venerdì nel reparto Covid dell'Infermi di Rimini sono gli stessi sanitari ancora scossi per le scene di violenza a cui sono stati costretti ad assistere e, allo stesso tempo, sedare senza l'aiuto di nessuno. A scatenare il caos è stato il gambiano 20enne positivo al Coronavirus che, la scorsa settimana, era fuggito una prima volta dall'ospedale di Lugo per poi essere intercettato dalla Polfer nella stazione riminese ed essere accompagnato all'Infermi da dove era scappato una seconda volta. Nuovamente rintracciato dalla polizia di Stato e riportato nel nosocomio, qui ha dato in escandescenza mettendo a rischio sia gli altri malati che lo stesso personale sanitario.

"Lo straniero - raccontano gli operatori del reparto - riportato la seconda volta da noi nella notte tra giovedì e venerdì ha iniziato ad essere ingestibile. Una vera e propria furia che, oltre a minacciare di morte il personale, se l'è presa anche con il suo compagno di stanza. Impauriti abbiamo allertato in piena notte la direzione sanitaria, la Questura e la Prefettura. Purtroppo, per il personale sanitario aggredito, nessuno è mai intervenuto. La sorveglianza interna e neppure le forze dell'ordine possono accedere ad un reparto Covid così i sanitari hanno dovuto fronteggiare da soli ed inermi un folle in preda al delirio di distruzione. E' giusto che si sappia che gli operatori sanitari, da tutti acclamati come eroi, per l'ennesima volta sono stati lasciati in balia delle onde completamente soli. Per fortuna nessuno è rimasto ferito, ed è stata evitata l'apocalisse. Se i 30 pazienti del reparto, tutti positivi e tutti liberi di poter uscire dalle loro camere, si fossero fatti prendere dal panico e avessero abbandonato il reparto? Come minimo avrebbero contagiato tutto l'ospedale! E senza che alcuna forza dell'ordine muovesse un dito per impedirlo in tempo. Tanta amarezza ed un sospiro di sollievo per il pericolo scampato. Ma forse solo rinviato, in quanto il paziente è ancora ricoverato, e minaccia regolarmente i sanitari. Solo nella mattina del 17 le forze dell'ordine hanno iniziato a raccogliere le testimonianze dei presenti, per procedere ad un eventuale arresto, che sembra però improbabile. Due fughe dai pronto soccorsi romagnoli non sono sufficienti per l'arresto, perché il ghanese è sempre "libero di allontanarsi e rifiutare le cure". La libertà dell'individuo sopravanza la salute della collettività. Neppure le minacce di morte a pubblici ufficiali, i sanitari in servizio, sono state sufficienti. Neppure la violazione della quarantena, da parte di un soggetto positivo al coronavirus. Evviva gli eroi di oggi, tanto declamati da tutti i giornali: medici, infermieri ed oss a cui volta le spalle persino la polizia".

Dopo la prima fuga da Lugo, l'uomo era infatti arrivato a Rimini e il 15 aprile era stato denunciato in stato di libertà dalla Polizia ferroviaria per furto aggravato, visto che aveva spaccato con un estintore la porta a vetro di un'edicola per prendere dei dolciumi. Portato all'ospedale Infermi, dopo poche ore era scappato anche da lì, è stato rintracciato e ricondotto al reparto infettivi. Ma il 16 si era dato di nuovo alla fuga, dopo aver tentato di rubare il cellulare di un altro paziente ed aver messo minacciato i sanitari, sputando anche sugli arredi e in vari locali dell'ospedale. Rintracciato, per l'ennesima volta, alla stazione dalla Polizia ferroviaria era stato portato di nuovo in ospedale, dove aveva continuato a minacciare medici e infermieri. Dagli accertamenti fatti nella mattinata di lunedì, ad oggi il 20enne ghanese risulta essere stato trasferito in un'altra sezione dell'ospedale di Rimini dove è piantonato dalla polizia Penitenziaria. Lo straniero, infatti, è stato arrestato per diversi reati tra cui quello di tentata epidemia e si attende la convalida del fermo da parte della magistratura.

Sulla vicenda l'Ausl in una nota ha sottolineato che "pur comprendendo lo stato d'animo degli operatori che da settimane lavorano in una situazione pesante a causa del coronavirus, e che sono anche stati esposti a rischi e insulti a seguito del ricovero del paziente in oggetto, l'Azienda intende anche rimarcare i rapporti di stima e collaborazione nei confronti delle Forze dell'Ordine e della Magistratura. La lettera inviata dagli operatori, in via autonoma alla stampa, rappresenta sicuramente lo sfogo per la violenza e i momenti difficili che hanno caratterizzato la gestione del paziente, che ha sempre tenuto un comportamento violento e con reazioni inaspettate e repentine. E proprio per questo è stata preziosa la collaborazione con le Istituzioni, grazie alla quale il soggetto già dalla mattina di sabato 18 aprile, è stato posto in stato di fermo, pur proseguendo le cure ospedaliere del caso". 

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