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Cronaca

Scuola, docenti sospetti al covid "meglio aspettino a casa": la Regione pronta a cambiare

L'assessore Donini: Va risolto il nodo del riconoscimento della malattia per il periodo necessario a fare il tampone e attendere l'esito

Insegnanti regolarmente a scuola in attesa del tampone? L'Emilia-Romagna è pronta a cambiare la norma che ha creato tanto scompiglio alla ripresa delle lezioni in presenza. Il fatto cioè che in caso di contagi in una delle loro classi i docenti debbano comunque andare a scuola in attesa dell'esito del test, pur senza frequentare le altre classi. "Siamo a disposizione per cambiare l'ordinanza venerdì mattina per quanto riguarda gli insegnanti", assicura l'assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini. Ma c'è da sciogliere il nodo della malattia per gli insegnanti, che non è considerato contatto stretto. Ma l'insegnante "o è una fonte di possibile contagio, e allora è giusto che stia a casa, oppure potrebbe frequentare anche le altre classi. Per noi sarebbe più giusto rimanesse a casa in attesa del tampone", sottolinea Donini. Quindi "porremo il problema e siamo disponibilissimi a cambiare l'ordinanza nel momento in cui ci sarà la garanzia che gli insegnanti potranno stare a casa senza dover usare ferie e permessi".

Il nodo riguarda dunque il riconoscimento della malattia per il periodo necessario a fare il tampone e attendere l'esito. Non si tocca invece la nuova regola per cui tutti gli studenti sono considerati contatto stretto, per cui in caso di contagio l'intera classe va in quarantena per 14 giorni, poi si fa il tampone per il rientro in classe. "Riapriamo le scuole nel momento in cui la variante inglese, estremamente più diffusiva, è predominante", ricorda Donini. "Dobbiamo essere ancora più attenti. Può esserci il 60% di probabilità in più di contagiarsi".

Donini, ascoltato stamane in commissione sulla ripresa delle scuole insieme alla collega all'Istruzione Paola Salomoni, ha toccato anche altri aspetti dell'ordinanza per la riapertura degli istituti, dall'apertura delle finestre ("aerazione e raggi ultravioletti sono un antivirus naturale"), al divieto di ginnastica, canto e strumenti a fiato al chiuso tranne che nei licei musicali, alla mascherina sempre e comunque al banco, norma a cui "non esistono eccezioni, è un obbligo". In ogni caso, le aziende sanitarie sono pronte ad intervenire nel caso di aumento importante di contagi per prevenire la trasmissione scolastica.

"Monitoriamo l'incidenza dei casi nei diversi territori e dove dovesse subire in generale un'accelerazione interveniamo con indagine epidemiologica a tappeto che coinvolga anche la scuola. Testiamo le scuole- spiega ancora Donini- perché più del 90% dei focolai sono famigliari quindi è probabile possa esserci una ripercussione lì". I trasporti, intanto, "sono partiti senza evidenziare grandi criticità, attraverso controlli siamo pronti ad intervenire dove si verifichino criticità", spiega Salomoni. Infine, per quanto riguarda le vaccinazioni del personale scolastico (circa il 70% di un target di 110.000 persone in regione), Donini conferma la lettera al commissario Figliuolo per poter vaccinare i prenotati 'beffati' dallo stop nazionale. "Seguiamo pedissequamente il piano del Governo, ma abbiamo le nostre idee e la vaccinazione degli insegnanti vogliamo concluderla". (fonte Dire)

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