Crescono gli infortuni sul lavoro, nel 2021 3 operai hanno perso la vita
Nasce l’Osservatorio permanente della Cgil: "Chiediamo quindi con forza investimenti sulla prevenzione, sul rafforzamento dei controlli e degli organismi ispettivi"
Nasce l’Osservatorio permanente sugli infortuni e sulle malattie professionali in Emilia-Romagna dove, se a livello regionale i numeri sono in calo, nel riminesi si è registrato un incremento del 2,9% nel 2021 con 3 operai che hanno perso la vita. Secondo i dati della Cgil, che ha creato l’Osservatorio permanente sugli infortuni e sulle malattie professionali, Dopo un 2020 drammatico, il 2021 ha rappresentato il tentativo di agganciare la ripresa economica dopo le restrizioni dovute alla pandemia. "Purtroppo - spiega la sigla sindacale - registriamo un nuovo aumento degli infortuni sul lavoro, che colpiscono in maniera più dura le lavoratrici e i lavoratori dei settori più fragili ed esposti (donne, migranti, precari, il sistema degli appalti e dei subappalti). Basta osservare i dati dei settori in cui si registrano il maggior numero di denunce di infortunio: 5.391 denunce nella sanità (in cui si evidenziano gli effetti del Covid-19), 4.925 denunce nel commercio, 4.273 denunce nel settore del trasporto e magazzinaggio, 3.867 denunce nel settore delle costruzioni, 3.700 denunce in agricoltura e agroindustria. I dati consegnano un imperativo: il tema della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro deve tornare ad essere una priorità assoluta per le istituzioni a tutti i livelli. Nel 2021 in Italia hanno perso la vita sul lavoro 1.221 lavoratrici e lavoratori (una media di più di 3 al giorno), dei quali 110 in Emilia Romagna. Una strage insopportabile.
"Chiediamo quindi con forza - conclude la Cgil - investimenti sulla prevenzione, sul rafforzamento dei controlli e degli organismi ispettivi, sulla formazione, sulla partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alla definizione dei modelli organizzativi che garantiscano la loro sicurezza. C’è un legame indissolubile tra la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e la buona occupazione. Dove, al contrario, persistono fenomeni di sfruttamento, precarietà e illegalità, maggiore è il rischio di infortuni e morti sul lavoro. Per queste ragioni, continuiamo a rivendicare più formazione – a partire dalle scuole e per ogni lavoratore e lavoratrice che comincia la sua attività in ogni luogo di lavoro -, più prevenzione, più controlli e sanzioni (nel quadro di una nuova stagione legislativa), più agibilità sindacali perché il sindacato e la contrattazione sono il primo antidoto contro le violazioni delle norme a tutela della salute e della sicurezza di lavoratrici e lavoratori".