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Cronaca

Crescono i progetti educativi della polizia locale verso i giovani

Dall’educazione stradale a quella sulla legalità, dai pericoli dei social network a quelli delle droghe

Ogni anno viene portata avanti dalle donne e dagli uomini della Polizia Locale di Rimini una capillare attività di formazione, specificatamente dedicata alla fascia adolescenziale e scolastica, riguardo ai corretti comportamenti da tenere alla guida dei mezzi e in generale dei fattori di rischio riguardanti la sicurezza della comunità e quella individuale. Qui sotto si riporta un intervento di Piero Munaretto, uno degli agenti responsabili di questo percorso formativo. “Iniziata tre anni fa come attività di educazione stradale nelle scuole elementari – spiega Piero Munaretto, agente della Polizia Locale di Rimini - oggi è una realtà formativa e divulgativa in piena espansione, dalle medie alle superiori, con tematiche che passano dalla strada alla legalità, dai social network fino a quella, che inizierà a fine marzo, di approfondimento sul mondo delle droghe.

Quale tra questi viene più richiesto dalle scuole?
“Senza dubbio i social network. Emergono situazioni anche al limite, soprattutto per quanto riguarda il tema della diffusione di immagini su internet e sull’adescamento di adulti in rete. Possono essere sia immagini diffuse volontariamente, ad una persona – amico, fidanzato o comunque ad un confidente più stretto – di cui però viene poi perso il controllo e successivamente girano liberamente in rete.  Oppure immagini rubate, scatti di cui non si è a conoscenza, raccolti per esempio negli spogliatoi, e poi fatti circolare in rete. Sul fenomeno del Sexting, dove abbiamo scambi di immagini o video di nudi o a sfondo sessuale, abbiamo anche prodotto tre video educativi. In tutti questii casi le conseguenze possono essere devastanti, perché si tratta di un fenomeno che scatena spesso in rete una catena inarrestabile di bullismo portando i più deboli anche a conseguenze estreme. Magari ci si ferma prima, ma c’è anche chi è stato costretto a cambiare non solo scuola ma anche città, insieme alla propria famiglia”.

Qual è il fenomeno emergente?
“Un fenomeno nuovo è quello di rubare l’immagine degli insegnanti facendo circolare in rete dei fotomontaggi con la loro immagine accompagnata spesso con scritte e insulti espliciti. Spesso l’immagine viene rapita con un trucco, come la richiesta di una innocente foto di gruppo durante le attività didattiche, e poi ritagliata creando sticker accompagnati da insulti più o meno gravi. Le famiglie non sono sempre presenti come vorremmo su questi rischi e capita che proprio quelle con i figli più coinvolti in queste dinamiche, non partecipino agli incontri  o tendano a sottovalutare gli effetti dei comportamenti dei propri figli. Questo amplifica il problema, perché non possono essere solo la scuola o le istituzioni ad occuparsene, c’è bisogno delle famiglie”.

Più in generale, i genitori hanno la consapevolezza dei comportamenti dei propri figli?
“Ovviamente non si può generalizzare e ogni famiglia è diversa dalle altre. Purtroppo, il bullismo virtuale e il sexting, rischiano davvero di diventare un fenomeno fuori controllo.  Per dare un significato a questi fenomeni e per capire cosa fare sul piano educativo, è necessario collocarli nel tempo in cui siamo. È necessario prima di tutto sapere che la funzione della tecnologia della comunicazione è molto corrispondente ai bisogni degli adolescenti e dei giovani di oggi. Comunicare oggi al tempo dei Social, significa apparire, essere visibili e riconoscibili. E questa crea un solco con i genitori, che non conoscono queste dinamiche o le rincorrono con affanno. Spesso non conoscono nemmeno quali siano i canali social che usano i loro figli, e questo apre già una voragine tra loro. Anche per questo le scuole ci chiedono sempre più di poter incontrare anche loro”.

Purtroppo non ci sono solo i genitori, tra gli adulti, ma anche chi se ne potrebbe approfittare
“Certo, basta pensare che anche social apparentemente innocui possono  nascondere molti più rischi di quello che sembra. Anche la semplice diffusione sui social di tre informazioni basilari – foto, nome, scuole o sport frequentati – sono di per se un riferimento per chi in rete, purtroppo, naviga per altri fini.  È il tema dell’adescamento, in cui adulti irretiscono i giovani partendo da lontano, irretendo i più giovani anche dal punto di vista psicologico, giocando sulla differenza di ruolo adulto – giovane. Su questo lavoriamo insieme ad una psicologa, sono argomenti difficili in cui i ragazzi si aprono e chiedono anche aiuto”.

Quali sono i prossimi progetti?
“A marzo 2020 partirà un progetto insieme al servizio dipendenze patologiche dell’Ausl sul tema delle sostanze stupefacenti. Un percorso innovativo che parlerà di queste tematiche in chiave conoscitiva partendo da come la musica, l’arte e  il design lo hanno rappresentato nelle diverse fasi storiche. Si partirà da una mostra per poi entrare con l’aiuto di professionisti dentro la conoscenza scientifica, legale e sociale di questo fenomeno”.

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