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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Riccione

L'allarme dei medici dei Pronto Soccorso. "Siamo ai minimi, da inizio anno si sono dimessi 600 dottori"

Summit al palaCongressi di Riccione: "E' come se in Italia chiudessero cinque pronto soccorso al mese"

Sono circa 600 i medici dell’emergenza e urgenza che nel 2022 hanno scelto di dimettersi dai pronto soccorso, al drammatico ritmo di circa 100 unità al mese. 4.200 è il dato ormai tristemente noto da cui si parte: il calcolo degli ultimi mesi dello scorso anno di dottori e dottoresse che strutturalmente mancano nei pronto soccorso d’Italia rispetto le reali necessità di gestione. La somma dei fattori ha implementato il valore stimato delle carenze portandolo sempre più prossimo alle 5000 unità. "Un problema sempre più grave che continua a non trovare proporzionata attenzione e interesse, soprattutto da parte dei decisori che, pur avendolo compreso, sembrano non volere dare segnali concreti di soluzione nel breve termine. E questo disinteresse incide molto sulle scelte dei professionisti rispetto al proprio futuro. Se coloro che lasciano fossero raggruppati in team operativi corrisponderebbero a 4/5 centri di soccorso che non esisterebbero più. Cancellati! Spariti! Inoltre in 9 strutture su 10 almeno un medico manifesta l’intenzione di abbandonare entro un anno. Stiamo assistendo all’estinzione dei pronto soccorso", così in una nota Simeu (Società italiana della Medicina di Emergenza-Urgenza) in vista del congresso di Riccione.

Il caso - Il Pronto soccorso di Rimini rischia il collasso

"La criticità legata all’organico viene amplificata dal carico di lavoro causato dal “boarding”, il fenomeno di prolungata permanenza dei pazienti e di sovraffollamento di barelle in dipartimento - causate dall’incapacità dei reparti di accogliere i pazienti per mancanza di letti - che da sole assorbono tempo ed energie dei professionisti che vengono sottratte alla gestione delle emergenze. Il recente caso estremo dell’ospedale Cardarelli ne è stato un drammatico esempio ma dalle recenti stime Simeu il 45% delle strutture operative italiane ne soffrono".

Parte da queste pesanti premesse il Congresso Nazionale Simeu – società italiana della medicina di emergenza urgenza “Navigando verso il futuro, consapevoli del propri passato” organizzato al Palacongressi di Riccione dal 13 al 15 maggio. Ci saranno almeno 1000 professionisti, medici ed infermieri, ma anche moltissimi giovani specializzandi che, nonostante tutto, scelgono per passione questa disciplina tanto scomoda quanto affascinante.

Apriranno i lavori il past president Salvatore Manca che farà un’analisi dell’evoluzione dei Ps dal pre covid a oggi e poi il Presidente del comitato scientifico del Congresso Francesco Pugliese che evidenzierà “luci e ombre” della medicina di emergenza urgenza. Il dottor Manca e il dottor Pugliese si faranno domande e lanceranno provocazioni: quale il futuro possibile per professionisti e pazienti?

Ma andando oltre alle attuali problematiche verranno poste le premesse per poter continuare a guardare al domani iniettando fiducia nei giovani professionisti. Lo farà Francesca Mangiatordi, medico, nota per la foto simbolo della prima ondata pandemica, che evidenzierà le buone ragioni per continuare a resistere e a lottare per difendere i pronto soccorso dal rischio estinzione. Agnese Testoni rappresenterà sul palco gli infermieri dell’emergenza urgenza evidenziandone il loro punto di vista rispetto ad una ristrutturazione sistemica.

La sproporzione tra la domanda sanitaria e le risorse disponibili è sempre più evidente: “Ci auguriamo di essere aiutati dai nostri pazienti in questa lotta alla sopravvivenza dei PS” auspica Fabio De Iaco Presidente Nazionale Simeu. “Cittadini e operatori sono sullo stesso fronte della battaglia. Pochi anni fa in Francia una situazione migliore della nostra attuale ha originato un clamoroso sciopero nei Pronto Soccorso, opzione che non vogliamo e non possiamo considerare. Ma siamo già alle dimissioni di massa: cos’altro dobbiamo fare per sollecitare ed ottenere le azioni necessarie? Quanto ci si aspetta che potremo ancora resistere con le nostre sole forze?”.

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