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Cronaca

Da Rimini a Bari per dire no alla deriva petrolifera e ai progetti di prospezione con air gun

Trivelle nel mare Adriatico: domenica 8 aprile otto flash-mob in cinque regioni, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia

Otto eventi in cinque regioni adriatiche domenica 8 aprile per dire no ai progetti di prospezione petrolifera con l'air gun approvati dal Ministero dell'Ambiente e in via di autorizzazione definitiva da parte del Ministero dello Sviluppo Economico. Gli attivisti di diverse associazioni, dopo l'esito sfavorevole dei ricorsi al Consiglio di Stato, non demordono e rilanciano la lotta con un evento in contemporanea in Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia con appuntamenti a: Rimini, in piazzale Boscovich, Ancona, S.Benedetto del Tronto, Giulianova, Pescara, Vasto, Termoli e Bari. Alcune di queste iniziative erano già in programma nell'ambito della carovana "No Hub del Gas" in vista della manifestazione di Sulmona del prossimo 21 aprile contro il grande gasdotto Rete Adriatica che, con il TAP, i pozzi e gli stoccaggi che vogliono realizzare, dovrebbe trasformare l'Italia in un "Hub del Gas".

L'air gun è una tecnica di ricerca di idrocarburi estremamente dannosa per la fauna marina, come dimostrato da decine di studi, a partire dagli effetti negativi su cetacei, pesci e tartarughe. Uno dei più recenti ha confermato che durante le violente esplosioni di aria compressa si aprono "buchi" di zooplancton, la base della catena alimentare del mare, a destra e a sinistra per 1,2 km! Si consideri che le barche che realizzano queste prospezioni compiono decine e decine di passaggi su linee parallele. Questo fa capire il potenziale impatto sulla biodiversità e sulla pesca in Adriatico, a parte l'assurdo di indirizzare questo mare per i prossimi decenni a future perforazioni alla luce dei risultati che potrebbero avere queste prospezioni, con buona pace degli accordi di Parigi sul clima!

Lo stesso Ministero dell'Ambiente nei decreti favorevoli di Valutazione di Impatto Ambientale ha ammesso il potenziale impatto dei progetti, imponendo un limite di ben 100 km tra due barche qualora impegnate ad usare l'air gun in contemporanea. Visto che per gli impatti il limite deve essere considerato in ogni direzione perché gli animali non conoscono i confini tra stati, arriviamo al paradosso che il Governo italiano ha imposto limiti che, se non si vogliono avere danni ai cetacei e all'altra fauna marina, dovrebbero essere rispettati in altri paesi! Tra l'altro, in termini di popolazioni animali, almeno per i cetacei e le tartarughe, l'Adriatico dovrebbe essere considerato unitariamente.
Complessivamente in questi anni il ministero dell'Ambiente ha emanato 9 provvedimenti di V.I.A. favorevoli all'uso dell'air gun in Adriatico su ben 11 zone: su alcune aree si potrà passare con l'air gun due volte, nel mare davanti alle Marche, o addirittura tre, davanti alla Puglia. Quello per Spectrum Geo, come detto, è relativo a due istanze di prospezione su circa 3 milioni di ettari. La seconda area, per grandezza è quella relativa a un progetto della società Petroleum Geo-Services Asia Pacific Pte.Ltd. che riguarda 1,4 milioni di ettari di mare tra Gargano e Canale di Otranto. E' interessante notare che di queste 9 ben 5 si stanno fermando in conferenza dei servizi con preavviso di rigetto nonostante la V.I.A. favorevole. Segno che alcune obiezioni possono essere ancora avanzate.

A questi progetti in questi giorni si è aggiunta l'ennesima richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale da parte dei petrolieri, depositata dalla Edison per il Permesso di ricerca idrocarburi "d 84 F.R-.EL" per svolgere prospezioni con air gun nel Canale d'Otranto. La richiesta contiene una vera e propria sorpresa che la dice lunga sulla correttezza dell'iter seguito dalle precedenti istanze in Adriatico che hanno avuto parere favorevole dal Ministero dell'Ambiente. Infatti, pur essendo infinitamente più piccola, 30.000 ettari contro 3 milioni della Spectrum e 1,4 milioni della Petroleum Geo-Services Asia Pacific Pte.Ltd, questa volta il Ministero ha attivato una procedura di Valutazione di Impatto Ambientale transfrontaliera, con la Grecia. Significa notificare ufficialmente, in base alla Convenzione internazionale di Espoo e alla direttiva europea sulla VIA, l'avvio della procedura ai paesi che possono avere impatto dalle scelte effettuate in Italia. Come mai il Ministero ha usato due pesi e due misure, visto che le istanze della Spectrum e della Petroleum Geo-services Asia Pacific PTE arrivano proprio sulla linea a metà dell'Adriatico che separa la competenza italiana da quella della Croazia, del Montenegro e dell'Albania? Sarà forse che avevano ragione le associazioni che in due distinte lettere, del 2015 e del 2017, quest'ultima inviata anche alle ambasciate dei paesi rivieraschi, avevano sollevato il gravissimo problema per le istanze finora rilasciate?

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