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Cronaca

Da territorio di aggregazione a quello delle limitazioni: il futuro della Riviera

Pier Pierucci, esperto di turismo e divertimento: "Storicamente il nostro territorio si è sempre adeguato a tutto per superare le difficoltà e continuare a fare turismo. Questa è la Romagna che trova le soluzioni"

Dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi la Riviera romagnola è cresciuta esponenzialmente diventando in oltre 70 anni un caposaldo delle vacanze degli italiani e non solo. In nessuna altra parte d'Italia esiste un territorio che, prima più spontaneamente e poi fatto crescere in maniera mirata, ha saputo creare un sistema per aggregare le persone. Dalla spiaggia alle passeggiate, dai parchi di divertimento al mondo della notte e ai locali per poi puntare al benessere, allo sport e ai motori. Luci, feste ed eventi che a ogni stagione dovevano richiamare centinaia di migliaia di turisti ma che, adesso, si trasformano in appuntamenti contingentati e che devono tenere separate le persone che invece sono state abituate per decenni a relazionarsi tra loro facendo nascere amicizie, amori e conoscenze. 

"Sul fatto delle divisioni - commenta Pier Pierucci, esperto di turismo e divertimento - non sono d'accordo sul fatto che a causa dell'epidemia ci saranno meno relazioni sociali. Storicamente il nostro territorio si è sempre adeguato a tutto per superare le difficoltà e continuare a fare turismo. In passato, se un hotel non aveva abbastanza camere, tirava su un piano. Strutture in overbooking? Affittavamo la nostra casa e andavamo a dormire in garage. Questa è la Romagna che trova le soluzioni. Infatti credo che sarà dal nostro territorio che emergerà quell'indole di laboratorio empirico, dove sperimentare i nuovi stili di vita e di turismo, dai quali saranno ricavate le best practices su come affrontare l'emergenza. L'unica, ma fondamentale, differenza sarà quella che a dispetto del passato si opererà osservando le regole".

"Sono state molto interessanti le parole del sindaco di Riccione, Renata Tosi - prosegue Pierucci - che nel momento di picco dell'epidemia a Pasqua ha invitato i proprietari delle seconde case a non venire in vacanza nella Perla Verde. Il consumatore, in questo caso i turisti, non ha solo fame e vive di sistemi valoriali. Sincerità, cosapevolezza e responsabilità di un territorio sono fondamentali soprattutto adesso che ci dovremo piazzare sul piano della sicurezza sanitaria. Così come ho apprezzato la linea dura del sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, per far rispettare le regole in questa fase di emergenza."

"Detto questo - conclude l'esperto - secondo me il nostro territorio deve essere comunque un po' anarchico: deve esaltare la sua proattività fino al limite consentito. Ovvero non dobbiamo aspettare che ci vengano date delle indicazioni ma dovremo essere noi a proporre la rotta da seguire. Una volta le pensavamo e le realizzavamo: da qui la famosa 'ignorantezza' di Paolo Cevoli. Oggi è il caso di limitarci a proporle, magari in ottica di lobbing, perchè abbiamo il dovere di spingere così gli altri ci verranno dietro. Ma attenzione: nella nostra proattività dobbiamo improvvisare il meno possibile. Ricordo bene le parole di uno dei maestri del turismo, Giancarlo Dallara, che spiegava che se i turisti sono i pesci e noi dobbiamo pescarli, abbiamo bisogno di dotarci di biologi marini. La fortuna è che questi esperti li abbiamo in casa. La migliore metafora che ho ascoltato su quanto viviamo l'ha detta Mauro Santinato di Teamworks, che ha preso spunto dalla safety car, per cui si rallenta tutti, si segue tutti una stessa velocità imposta da un giudice e una volta ripulita la pista dagli incidenti, dai feriti e dalle macchie d'olio, si riparte".

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