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Cronaca

I dati choc sullo sfruttamento degli immigrati. "C'è chi lavora in hotel e ristoranti per 1 euro all'ora"

Indagine della Flai Cgil con il coinvolgimento dei lavoratori: "Lo sfruttamento non è prerogativa di alcune latitudini italiane e si estende a tutti gli ambiti a seconda della vocazione economica del territorio"

A Rimini il grave sfruttamento lavorativo, più che in agricoltura, lo ritroviamo in certi negozi, ristoranti e alberghi dove si lavora anche per 1,09 euro all’ora. A riportare dati e testimonianze sono i sindacalisti della Flai Cgil. E il quadro che emerge è a tinte fosche, portando alla luce condizioni pessime dei lavoratori immigrati nel territorio riminese. Vige una situazione di vero e proprio sfruttamento e caporalato. A parlare sono i dati che snocciola il sindacato, interessate sono 259 persone (oltre il 90% uomini), provenienti in 107 dall’Africa centrale, 83 dal Pakistan, 45 dal Bangladesh, 9 dall’Afghanistan, 3 dall’Ucraina, 2 dalla Somalia, e 10 da altri paesi.

I dati

"Da queste persone abbiamo ascoltato 123 racconti di esperienze lavorative vissute nel territorio di Rimini - riporta il sindacato -, di cui 17 in agricoltura, 24 nel commercio (negozi e magazzini), 71 nel turismo (alberghi e pubblici esercizi), 7 in edilizia, 1 nella logistica, 3 nella metalmeccanica". Le retribuzioni orarie corrisposte sono state diverse e variabili in base al tipo di rapporto di lavoro instaurato. Volendo riportare la massima e la minima per settore: da 6 euro a 4,23 euro all’ora in agricoltura, da 10,38 euro a 1,09 euro nel commercio, da 10,98 euro a 1,65 nel turismo, da 8,08 euro a 5,76 euro in edilizia, 8,65 euro nel settore metalmeccanico.

"Non intendiamo assumere questi dati a valore statistico che sappiamo non possono avere - specifica la Flai Cgil -, ma sicuramente come sindacato non possiamo trascurare lo spaccato che danno su come si svolge il lavoro sul territorio. Quello che confermano però questi dati è ciò che il nostro territorio già conosce: lo sfruttamento lavorativo non è prerogativa di alcune latitudini italiane, ne solo di alcuni settori lavorativi, ma si estende a tutti gli ambiti a seconda della vocazione economica del territorio". E il sindacato aggiunge: "Sulla scorta di questa consapevolezza la Prefettura di Rimini ha formalizzato lo scorso 20 maggio il tavolo tematico sullo sfruttamento lavorativo in seno al Consiglio Territoriale per l’Immigrazione, che chiederemo venga riunito nuovamente al più presto per concordare un piano di azione condiviso da tutti gli attori del territorio che vogliono combattere il fenomeno".

Incontri formativi

Già dal 2016 approcciandosi agli ospiti dei Cas e Spaar (l’attuale Sistema Accoglienza Integrazione), i sindacalisti si sono resi conto del forte bisogno dei richiedenti asilo di essere formati sui loro diritti di lavoratori. Da lì è nata una collaborazione con la maggior parte dei gestori del sistema di accoglienza, benvista dalla Prefettura, che ha consentito di organizzare dal 2018 incontri formativi che continuano tuttora, tranne una pausa nel 2020 dovuta alla pandemia. Tali incontri formativi sono stati occasione di alfabetizzazione sul rispetto di diritti e doveri lavorativi, sull’accesso alle prestazioni sociali connesse al lavoro e sulle modalità di ricerca del lavoro. Inoltre sono stati occasione di scambio di informazioni con la Flai Cgil sulla loro condizione di immigrati e sulle esperienze lavorative avute nel nostro territorio.

A seguire la Flai Cgil si è dotata dell’Osservatorio Placido Rizzotto per accendere un riflettore sui fenomeni di criminalità e caporalato, ha organizzato numerose campagne pubbliche denunciando il grave sfruttamento lavorativo in agricoltura, ha contribuito all’iter di elaborazione della Legge 199 contro il grave sfruttamento lavorativo approvata nel 2016, ed ha coordinato in Emilia Romagna il progetto Diagrammi Nord.

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