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Cronaca

Dilapida al gioco il patrimonio della compagna, a processo per circonvenzione d'incapace

L'uomo, oltre a far sparire oltre 130mila euro al 10 e Lotto, avrebbe sottoposto la donna a una lunga serie di maltrattamenti e soprusi

Un 50enne riminese è a processo con l'accusa di circonvenzione d'incapace e maltrattamenti in famiglia per aver sottratto alla compagna coietanea oltre 130mila euro, "bruciati" giocando al 10 e Lotto, e reso impossibile la vita di lei. La storia inizia quando la coppia, attraverso un'agenzia matrimoniale, si conosce e inizia a frequentarsi. L'uomo, desideroso di cambiare vite, convince così la donna a investire in una tabaccheria e con i soldi di lei rilevano un'attività nel centro storico di Rimini. La signora, però, risulta affetta da un serio disturbo mentale e secondo l'accusa il 50enne avrebbe sfruttato questa situazione per renderla succube ma allo stesso tempo sottoporla a una lunga serie di maltrattamenti andati avanti fin dal 2014 quando aprono il negozio. L'uomo, infatti, avrebbe fatto di tutto per allontanare la compagna dall'attività sostenendo che non era adatta a stare a contatto col pubblico, denigrandola e in alcune occasioni anche picchiandola.

Una volta rimasto solo nella tabaccheria, il 50enne avrebbe così iniziato una gestione molto disinvolta del negozio tanto che ben presto erano affiorati numerosi ammanchi fino a oltre 10mila euro al mese. I "buchi", giustificati dall'uomo come problemi di avviamento, per diversi anni sono stati coperti dalla famiglia della donna vera titolare dell'attività ma quando il "cratere" si è allargato fino ad arrivare a oltre 130mila euro sono sorti i primi dubbi. I famigliari della 50enne si sono così rivolti a un amico di famiglia, che in passato aveva avuto un'attività identica, per capire dove finissero i soldi. Ad essere messi sotto la lente d'ingrandimento erano stati così i terminali delle scommesse dai quali è arrivata la sorpresa. L'analisi ha evidenziato delle puntate, giudicate "anomale", al 10 e Lotto dove venivano giocate somme ritenute non congrue sia per l'ammontare, fino a 100 euro alla volta, sia per gli orari in quanto venivano piazzate quando la tabaccheria sarebbe dovuta essere chiusa. Nel corso del dibattimento, inoltre, è spuntata anche una rapina da 10mila euro ai danni dell'attività nel marzo del 2016 che però avrebbe sollevato molti dubbi sulle modalità con la quale era stata portata a termine.

Alla fine la 50enne, che si è costituita parte civile con gli avvocati Francesca Romana Dotti e Alessandro Pierotti, ha denunciato il compagno finito a processo con la sentenza attesa per il prossimo 26 aprile.

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