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Cronaca

Dimezzate le entrate della tassa di soggiorno, ma i turisti hanno premiato Rimini come mèta sicura

Nel 2019 l'imposta di soggiorno ha portato nelle casse riminesi 10 milioni di euro, una cifra nel 2020 dimezzata a causa della pandemia

Sono pari a 5.295.645,80 € le entrate legate all’imposta di soggiorno nel 2020 nel Comune di Rimini, perfettamente coerenti con le previsioni che, a causa dell’emergenza sanitaria, erano state cautelativamente riviste al ribasso durante la scorsa primavera, rispetto ai 10 milioni di € ipotizzati in linea con i risultati del 2019. Il dato dell’imposta di soggiorno 2020 se da una parte conferma come la stagione estiva, nonostante le grandi incertezze iniziali, sia andata meglio di quanto ci si aspettasse inizialmente, dall’altra mette in evidenza che se c’è un settore industriale che ha pagato l’effetto della pandemia più degli altri per la sua natura, questo è proprio il turismo.

Il risultato dei movimenti turistici inevitabilmente ha avuto un impatto sulle entrare legate all'imposta di soggiorno, anche se, grazie ai mesi di luglio e soprattutto di agosto, è stato registrato un volume di presenze inimmaginabile a giugno, quando si temeva il collasso del sistema turistico ed era impossibile avere una percezione di come si sarebbe evoluta la situazione. 

"Nel 2020 – commenta l’assessore Gianluca Brasini - tutte le strutture ricettive del Paese hanno subito un profondo shock a causa della pandemia, ma va rilevato che, appena gli effetti dell’emergenza sanitaria hanno iniziato a registrare una ripresa, gli italiani in particolare hanno subito premiato Rimini e la vacanza sicura e ‘open space’, registrando una progressiva crescita che, nel mese di agosto 2020, ha visto un segno +1,3%, sul fronte degli arrivi italiani rispetto all’anno precedente. Per questo mai come quest’anno le risorse che sono entrate a disposizione dell’Amministrazione grazie all’imposta di soggiorno hanno un valore simbolico decisivo a far sì che Rimini, a differenza di tanti altri competitor, possa uscire prima e meglio da questa crisi". 

Brasini ricorda che Rimini ha introdotto la tassa di soggiorno nel 2012 e ha destinato i suoi ricavi per finanziare via via il Piano di salvaguardia di balneazione, la cura del verde, il restauro dei contenitori culturali, l’organizzazione di eventi e la loro sicurezza, l’illuminazione delle zone turistiche, la nascita della Dmc Visit Rimini. "Risorse che servono per sostenere e alimentare i progetti e le iniziative che hanno elevato e stanno elevando la qualità della nostra destinazione svolgendo un ruolo di straordinario moltiplicatore di ricchezza e benessere per la città - prosegue l'assessore - Questa condivisione di obiettivi ha consentito anche di rafforza l'azione di tax compliance nei confronti degli albergatori che ha consentito di avere buone performance nella riscossione".

Chiosa Brasini: "Nessuno pensa che si uscirà rapidamente da questa congiuntura, e l’ultimo segmento a ripartire sarà quello dei mercati esteri verso i quali stavamo, anno dopo anno, guadagnando significative fette di mercato. Però in questi anni, anche grazie all'imposta di soggiorno, abbiamo investito sulla bellezza e sostenibilità della nostra destinazione: Rimini è già una città più bella, più verde, più blu, pienamente in linea con le nuove esigenze di un turismo che oggi, anche a causa della pandemia, è molto più attento ad elementi nuovi e sostenibili. Quando gli effetti della campagna vaccinale ci consentiranno di lasciarci alle spalle l’emergenza sanitaria, una città come Rimini oggi, sarà pronta ad essere ancora turisticamente più competitiva".

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