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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Dipendenti in nero per mandare avanti l'albergo, nei guai società riminese

Ufficialmente inattiva, attraverso un gioco di scatole cinesi gestiva un hotel sulla riviera ravennate quando è stata smascherata dalla Guardia di Finanza

Ufficialmente risultava inattiva e priva di dipendenti ma, secondo gli accertamenti della Guardia di Finanza, in realtà gestiva un hotel sulla riviera ravennate sfruttando lavoratori in nero. A finire nel mirino delle Fiamme Gialle è stata una società riminese che in forza di un contratto d'affitto d'azienda mandava avanti l'attività ricettiva attraverso un complesso gioco di scatole cinesi utilizzando come paravento ulteriori società con sede a Trento, Milano e Potenza. E' stato proprio questo intreccio societario a insospettire gli inquirenti della Finanza e gli ispettori del lavoro che hanno approfondito le operazioni commerciali tra le 4 imprese coinvolte con particolare riferimento alla posizione dei 23 lavoratori che, in periodi diversi, si sono alternati all’interno dell’albergo, risultati poi tutti irregolari e alcuni pagati in contanti, in violazione della normativa sulla tracciabilità dei pagamenti degli stipendi.

Dalle indagini è quindi emerso che parte dei dipenderti erano assunti completamente in nero altri, invece, assunti direttamente dall’utilizzatrice, ma risultavano in carico formalmente ad altra società somministratrice, al solo fine di retribuirli con stipendi inferiori ai minimi contrattuali dovuti in base alle mansioni effettivamente svolte. A tutto questo si è anche aggiunto il fatto che i lavoratori non godevano nemmeno dei riposi settimanali. I giochi societari individuati dagli inquirenti facevano sì che i legali rappresentati delle società coinvolte, a fine stagione, rimescolassero ulteriormente le carte con la capofila che si riprendeva la gestione dell'albergo continuando però a servirsi di dipendenti in carico ad una società terza, utilizzati grazie a distacchi risultati anch’essi irregolari.

Al termine dell'inchiesta tutti i legali rappresentati sono stati denunciati con l’accusa di somministrazione fraudolenta di lavoro, mentre, sul piano amministrativo, sono state comminate alle società sanzioni per un totale di circa 50 mila euro, oltre al recupero dell’evasione contributiva, stimata in 60 mila euro.

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