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Cronaca

Arriva il divorzio "espresso", l'esperto: "Una maggiore tutela per i figli minorenni"

L'avvocato divorzista Salvatore Di Grazia: "A volte, però, la fretta è cattiva consigliera e c'è il rischio che il giudice affidi ad 'esperti' l'istruttoria"

E' entrato in vigore dal primo marzo il nuovo diritto di famiglia legato alla riforma Cartabia della giustizia. Attraverso un Tribunale unificato, un solo giudice e un unico rito sarà concesso più ascolto ai figli minori e sarà approntato un "piano genitoriale" su scuola e attività ludico-ricreative per decidere su affidi o diritto di visita dei genitori. Previsto inoltre un pm che può fare più indagini per inoltrare meno ricorsi successivamente sulla perdita della potestà genitoriale o sulla condotta del genitore pregiudizievole ai figli. Tra le principali novità entro ottobre 2024 nascerà il Tribunale per le persone, i minorenni e le famiglie. Si tratterà di strutture sia circondariali, nelle città più piccole, sia distrettuali. In tal modo si potrà superare l'attuale frammentazione di competenze, spaccate tra Tribunale ordinario, Tribunale per i minorenni (questo rimane in vigore ma con funzioni più specifiche) e Giudice tutelare. Restano escluse da questo accorpamento solo le adozioni e i procedimenti di competenza delle sezioni Immigrazione.

Rito unico Tribunale unico, rito unico, davanti a un solo giudice: la causa non dovrà più avere due fasi, come succede oggi, con la prima comparizione davanti al Presidente (udienza presidenziale) e successivamente davanti al Giudice istruttore. Si potrà presentare in contemporanea, in un unico atto, domanda di separazione e domanda di divorzio. Sarà un solo procedimento che comincia con il deposito sin da subito di atti introduttivi che contengono il racconto dei fatti e dei mezzi di prova. La procedibilità del divorzio dipenderà da due criteri: una sentenza passata in giudicato sulla separazione e la cessazione, senza mai interruzioni, della convivenza tra i due coniugi. 

Ad analizzare i cambiamenti è l'avvocato riminese Salvatore Di Grazia, esperto in divorzi, che sottolinea come "L'obiettivo della riforma è quello di accelerare i tempi della giustizia, che rappresentano uno dei problemi italiani, in un settore dove questo fattore è fondamentale. L'unificazione delle varie figure che, prima, prendevano parte in maniera variegata al processo permette di evitare che ci siano degli accavallamenti rendendo più snella la procedura. Ora, col Tribunale per le persone, i minorenni e le famiglie, viene a mancare la parte che interessava il Tribunale per i minori nato per intervenire sulle deviazioni dei minorenni e non sul diritto di famiglia. La nuova realtà, che entra con la Cartabia, è più tarata su questo secondo aspetto e dovrebbe tutelare meglio i figli delle coppie che vogliono chiudere il matrimonio".

"Questa nuova riforma - prosegue l'avvocato Di Grazia - è un progresso ma non privo di rischi. Quello principale è che il giudice del divorzio possa bypassare il contraddittorio tra le parti e si basi sulle impressioni degli assistenti sociali senza applicare i principi del giusto processo. Questo, in particolare, non è sinonimo di garanzia soprattutto per le coppie con figli minorenni in una Regione come la nostra che conta un numero elevato di giovani che vengono tolti alla famiglia e affidati alle strutture protette. Il caso di Bibbiano insegna. Indubbiamente le cause di separazione avranno un'accelerata ma, allo stesso tempo, la fretta è una cattiva consigliera col giudice che rischia di affidare agli 'esperti' l'istruttoria. Anche loro fanno fatica a muoversi in questa giungla e serve semplificazione soprattutto in quei casi che sfociano nella giustizia penale a causa di accuse infondate. Con la Cartabia, quindi, si garantisce maggiormente il diritto di difesa e il giudice è il vero arbitro della causa. In conclusione però ritengo sia inutile andare avanti con le riforme della giustizia se, a monte, c'è una forte carenza di personale che non riesce a mandare avanti i Tribunali".

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