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Cronaca

Documento Unico di Programmazione: in 5 anni ridotti i debiti del Comune

Tra i macro obiettivi strategici il potenziamento delle politiche di sicurezza di prossimità e il contrasto alla violenza di genere

E’ stato presentato martedì mattina in V Commissione il Documento Unico di Programmazione, l’atto obbligatorio per gli enti locali che nasce con l’obiettivo di raccogliere gli indirizzi e gli obiettivi che devono guidare la predisposizione del bilancio, del Piano economico di gestione e la loro successiva gestione. Si tratta quindi di un documento nel quale si definiscono le linee strategiche per il triennio e le modalità operative con cui realizzarle. “Di certo si tratta di un documento che fotografa con precisione la situazione attuale dell’ente e il contesto in cui si trova ad operare – sottolinea l’assessore al Bilancio Gian Luca Brasini – Ma è evidente come esista una forte discrasia tra ciò che il Dup dovrebbe essere e la realtà in cui si muovono gli enti locali: ai Comuni si chiede di definire una programmazione precisa degli obiettivi su base triennale, richiesta che si scontra con il contesto liquido e di incertezza economica generale, con i Comuni che da un giorno all’altro si trovano a dover fare a meno di entrate su cui pensavano di poter contare. Il caso del mancato rimborso delle spese di giustizia ne è un esempio lampante. Il Dup comunque rappresenta un ottimo strumento per andare a focalizzare gli obiettivi del triennio sul quale sviluppare il bilancio”.

Nel Dup, che di fatto sviluppa le linee di mandato dell’Amministrazione, sono riepilogati i macro obiettivi divisi per settori che l’ente si è prefissato di raggiungere nei prossimi tre anni, tra partecipazione, welfare, territorio ed economia. Si parte da un presupposto base, la progressiva riduzione dell’indebitamento dell’ente: al 1° gennaio 2018 il debito residuo sarà di circa 101 milioni, contro i 136 milioni di inizio esercizio 2012.

Tra gli obiettivi principali indicati nel Dup nel campo dell’innovazione e partecipazione compare la digitalizzazione dei procedimenti amministrativi, la trasparenza e la spending review, l’ampliamento dell’esperienza Ci.Vi.Vo., mentre sul piano più strettamente economico si punta a proseguire su strade già ben avviate, come garantire l’invarianza fiscale, l’armonizzazione contabile, il contrasto all’evasione fiscale.  Non si arretra nel settore della riqualificazione urbana e valorizzazione del territorio, attraverso l’attuazione del Piano strategico e del Masterplan strategico e con il proseguimento di alcuni programmi avviati (vedi ad esempio Parco del mare, rimini Nord, circonvallazione Santa Giustina), così come continuerà ad essere centrale la rinascita dei contenitori culturali del centro storico, volano anche per la promozione turistica dell’intero territorio. Diverse anche le azioni strategiche per lo sviluppo economico del territorio, dalla rivitalizzazione del centro storico e del sostegno delle attività del commercio al dettaglio, allo sviluppo della Cittadella universitaria e più in generale del polo universitario riminese. 

Particolare attenzione nel corso del confronto in V commissione è stata dedicata al tema del welfare e della sicurezza. Oltre a non arretrare su azioni già avviate, come il sostegno alle fasce deboli e la promozione di politica di inclusione attiva, nel Dup vengono rafforzati due obiettivi su cui già l’Amministrazione è impegnata, ovvero il potenziamento delle politiche di sicurezza di prossimità attraverso la Polizia Municipale e il contrasto alla violenza di genere. E’ infatti obiettivo strategico dell’Amministrazione sviluppare un complesso di azioni diversificate per una maggiore percezione di sicurezza, a partire dall'incremento dei servizi cosiddetti di prossimità di polizia municipale, quindi a maggior contatto con i cittadini, e attraverso l'implementazione degli strumenti tecnologici di sorveglianza su tutto il territorio.

Per quanto riguarda la violenza di genere, occorre mettere in campo azioni di carattere straordinario, che intervengano sui molteplici fattori a cominciare dall’educazione, per attuare un indispensabile cambiamento culturale. Le azioni in campo devono riguardare tutti i settori della vita: l'istruzione, il lavoro, le relazioni affettive e familiari, il tempo libero. Un’emergenza nazionale sulla quale saranno presentati appositi progetti, realizzati in collaborazione con gli altri attori operanti sul nostro territorio (Associazioni, Forze dell'ordine, Asl ecc.) per realizzare le azioni di prevenzione, educazione e supporto indispensabili a superare gli stereotipi, promuovere l'inclusione lavorativa, l'autonomia economica, abitativa, personale e sociale delle donne a rischio. 

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