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Cronaca San Leo

Dolore cronico, come curarlo: se ne parla a San Leo

Un importante momento di formazione e confronto tra specialisti, per individuare il migliore approccio diagnostico-terapeutico al dolore cronico perineale

Un importante momento di formazione e confronto tra specialisti, per individuare il migliore approccio diagnostico-terapeutico al dolore cronico perineale e fare il punto sulle tecniche di intervento più recenti per poterlo curare al meglio: tra queste, la radiofrequenza pulsata, rivelatasi particolarmente efficace laddove il trattamento farmacologico non sia più sufficiente a risolvere il problema.

Questi gli obiettivi del corso ECM "Aggiornamenti in Medicina del Dolore", in programma dall'11 al 13 ottobre presso il Palazzo Mediceo del borgo medioevale di San Leo. La tre giorni, di elevato livello didattico-scientifico, è organizzata da Advanced Algology Research, associazione senza fini di lucro, da anni impegnata nel promuovere attività formative e di ricerca scientifica volte a migliorare la conoscenza del complesso panorama del dolore, favorirne un'appropriata presa in carico e, al tempo stesso, informare l'opinione pubblica.

Il dolore cronico, quella forma di sofferenza che si protrae nel tempo fino a compromettere il benessere psico-fisico della persona, rappresenta un importante problema di salute pubblica; solo in Emilia Romagna affligge circa 1.160.000 persone. Di fronte a questi numeri, la Regione è tra quelle che più si stanno adoperando per sensibilizzare sulla problematica le strutture sanitarie e la popolazione, in linea con quanto stabilito dalla Legge 38, che nel Marzo 2010 ha finalmente sancito il diritto di ogni cittadino a non soffrire.

"Il dolore rappresenta ancora uno dei problemi sanitari meno conosciuti e meno trattati, specie quando perde la sua funzione di difesa e diventa una patologia a sé stante", spiega il dottor Gilberto Pari, Antalgologo, Unità Operativa di Medicina del Dolore, Ospedale privato accreditato Villa Serena di Forlì. "Recenti dati epidemiologici indicano che, nella sua forma cronica, colpisce il 26% degli italiani, il 40% dei quali nella fascia 41-60 anni e il 56% donne. Ciononostante, non vi è ancora un'adeguata formazione nella classe medica, che vede troppo spesso la Medicina del Dolore come l'ultima soluzione possibile. Al contrario, prima di intraprendere qualsiasi terapia antalgica, andrebbe sempre posta un'accurata diagnosi algologica".

In particolare, il corso ECM previsto a San Leo, rivolto a specialisti in Medicina del Dolore, urologi, ginecologi e proctologi, si propone di uniformare l'approccio diagnostico al dolore perineale, una condizione cronica invalidante e sempre più diffusa, soprattutto tra la popolazione femminile (con un rapporto di 2 a 1 tra donne e uomini), allo scopo di ottimizzarne l'impostazione terapeutica.

"La scelta di sviluppare il corso sulla tematica del dolore pelvi-perineale, così come la decisione di organizzarlo nel borgo medievale di San Leo, a contatto con la natura, non è stata affatto casuale, ma dettata dall'esigenza di perseguire un preciso intento: porre l'accento sulla qualità di vita - continua il dottor Pari -. Il dolore pelvi-perineale ha infatti fortissime ripercussioni sul paziente che ne è affetto: basti pensare alle implicazioni di tipo sessuale, all'incapacità di mantenere la posizione seduta ed eretta e ad altre grandi limitazioni nel quotidiano. Dare una risposta a questo tipo di problematica significa migliorare in modo significativo il benessere psico-fisico di chi ne soffre".

Il dolore pelvi-perineale è una patologia estremamente complessa, che richiede, dopo un periodo iniziale di trattamento plurifarmacologico ed eventuale supporto psicoterapeutico, una terapia più invasiva, dalle infiltrazioni alla radiofrequenza pulsata fino, in alcuni casi specifici, alla neurostimolazione. Proprio alla radiofrequenza pulsata e ai suoi campi di applicazione sarà dedicata un'intera sessione dei lavori. Ai partecipanti del corso saranno forniti interessanti aggiornamenti su questa metodica,  che consiste in una rimodulazione della trasmissione nervosa sensitiva, in prossimità dei gangli nervosi a livello del rachide o dei nervi periferici, allo scopo di ridurre l'ipereccitabilità che si riscontra nelle neuropatie di natura infiammatoria o degenerativa, post-erpetiche e nelle radicolopatie in genere.

Da alcuni anni viene impiegata con successo anche nel trattamento del dolore pelvi-perineale, derivante da interventi sul retto o collegato a problematiche ginecologiche e urologiche.

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