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Cronaca Santarcangelo di Romagna

Donazione all'ospedale "Franchini" di Santarcangelo per il progetto del “verde indocianina”

Benefattori anonimi hanno permesso di acquistare un importante apparecchiatura per valutare l’estensione del carcinoma

L’Associazione Santarcangiolese “Paolo Onofri” conferma la propria vicinanza all’A.USL Romagna e, per suo tramite, ai pazienti, con particolare riferimento a quelli che fruiscono dei servizi dell’Ospedale “Franchini” di Santarcangelo. Anzi, in questo caso, soprattutto alle pazienti. Attraverso l’associazione, infatti, alcuni benefattori che vogliono però mantenere l’anonimato, hanno effettuato una donazione di ventimila euro all’Unità Operativa di “Chirurgia Generale”, diretta dal dottor Domenico Samorani, per il progetto del “verde indocianina”.

La tecnica del verde indocianina rappresenta un’evoluzione della tecnica del linfonodo sentinella che consente di valutare l’estensione del carcinoma, anche in chiave chirurgica. La prassi consolidata prevedeva, per localizzare il linfonodo sentinella, di utilizzare un radiotracciante. A Santarcangelo l’equipe del dottor Samorani ha iniziato a sperimentare l’utilizzo, al posto del radiotracciante, della sostanza denominata “verde indocianina”, che ha i seguenti vantaggi: organizzativi: non è più necessario ricorrere alla medicina nucleare; non bisogna smaltire il materiale operatorio come radioattivo; non si è più legati alla tempistica della decadenza del tracciante (24 ore) nella programmazione della sala operatoria; inoltre, avendo la disponibilità del verde indocianina in sala operatoria si può utilizzare anche in casi non programmati; economici: importante risparmio dato il basso costo del verde indocianina; sociali: i pazienti non si devono più recare presso i centri di medicina nucleare il giorno prima dell’intervento spesso accompagnati da parenti; chirurgici: in alcuni casi è ancora necessario, per altri fine, utilizzare, oltre al verde indocianina, anche un radiotracciante, ma in questi casi non vi sono più interferenze tra i due traccianti, nei casi di tumori non palpabili.

Tale innovativo protocollo, al termine di uno studio clinico che ne ha provato l’efficacia, è stato presentato al Congresso Biennale di Attualità In Senologia (Ais) a Firenze. E’ stata inoltre avanzata Alla Commissione Tecnico Scientifica dell’Aifa la richiesta di poter procedere all’utilizzo del verde indocianina come tracciante per localizzare il linfonodo sentinella anche al di fuori di studi clinici e sperimentazioni. Nel settembre 2014 la Commissione ha dato parere favorevole  e il Ministero ha ufficializzato l'acquisizione della nuova tecnica. Nel successivo mese di ottobre la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato e reso esecutiva in termini di legge la nuova metodica. Nel mese di novembre, lo studio del dottor Samorani è stato accolto e pubblicato in una delle più importanti riviste internazionali (European Journal of Surgical Oncology) ad alto impatto scientifico.

Da circa un anno a questa parte per tutte le donne seguite all’Ospedale di Santarcangelo per la patologia oncologica mammaria viene utilizzato il verde indocianina, e professionisti di tutta Italia e dall’Estero, chiedono di potersi recare al “Franchini” per imparare tale metodica, presentata dal dottor Samorani, tra l’altro, a Birmingham e al congresso mondiale di Oncologia svoltosi a Pechino. Con la donazione dei ventimila euro è stato possibile acquisire in via definitiva la telecamera a raggi infrarossi che consente di rintracciare il verde indocianina (una volta iniettato sottocute) dentro il linfonodo sentinella, rendendolo fluorescente; tale apparecchiatura fino ad ora era in dotazione all’equipe in regime di noleggio. 

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