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Cronaca

Dopo 18 anni Fondazione Carim restituisce al Comune le chiavi di Castel Sismondo

Linda Gemmani: “Siamo orgogliosi di aver contribuito in misura determinante, intervenendo sul Castello, al recupero e rilancio di una parte così significativa del centro città"

È stato sottoscritto giovedì, tra Fondazione Cassa di Risparmio di Rimini e Comune di Rimini, l’atto consensuale di risoluzione della convenzione siglata tra le due parti nel 1999 per il ripristino e la gestione di Castel Sismondo. Con tale atto Castel Sismondo ritorna nella disponibilità della proprietà comunale. La convenzione del 1999 aveva permesso – attraverso l’intervento della Fondazione Cassa di Risparmio – il restauro ed il pieno recupero della quattrocentesca rocca malatestiana, abbandonata da anni ed in grave stato di degrado dopo essere stata utilizzata anche come carcere. Non solo. A termini di convenzione, la Fondazione si era assunta anche l’onere della gestione del Castello, rendendolo da un lato fruibile al pubblico (la stragrande maggioranza dei riminesi non lo aveva mai visto all’interno), dall’altro sede di eventi culturali via via sempre più rilevanti.

In tal modo, Castel Sismondo è stato restituito alla città sia come complesso storico-monumentale (uno dei più importanti e significativi di Rimini), sia come luogo di cultura e fulcro di attività di grande impatto che hanno contribuito non poco a rivitalizzare ampia parte del centro cittadino. Al Castello si sono alternate grandi mostre di livello nazionale e internazionale (dalla Signoria dei Malatesta al Trecento Adriatico, da Cagnacci a Baronzio, fino alle esposizioni di Linea d’Ombra che hanno portato a Rimini oltre 500.000 visitatori in tre anni) ed eventi di valorizzazione di espressioni artistiche locali, con un notevole indotto in termini di crescita della fruizione culturale della città da un lato, e di benefici economici dall’altro (una ricerca dell’Università di Bologna, sede di Rimini, ha stabilito che la mostra “Da Vermeer a Kandinsky” del 2012 ha prodotto, da sola, un effetto complessivo sul territorio di Rimini e provincia di valore compreso fra 5,8 e 7,3 mln di euro).

I 18 anni di gestione della Fondazione hanno permesso di svolgere, sviluppare e portare a termine con esiti molto positivi un ampio ciclo culturale a servizio della città, facendo al tempo stesso maturare un solido avviamento del Castello come prestigiosa e collaudata sede di attività ed eventi espositivi; condizione, questa, che apre ora la strada in modo ottimale ad una nuova fase, che sarà probabilmente caratterizzata da importanti progetti preannunciati dal Comune di Rimini nel più ampio ambito di un processo di riqualificazione urbana del centro storico.

“La convenzione del 1999 è stata un esempio molto significativo di partnership pubblico/privato per il raggiungimento di finalità d’interesse generale - osserva Linda Gemmani, Presidente della Fondazione. Siamo orgogliosi di aver contribuito in misura determinante, intervenendo sul Castello, al recupero e rilancio di una parte così significativa del centro città. In questi anni, tra restauro e gestione del complesso, nonché realizzazione di eventi al suo interno, la Fondazione ha investito molti milioni di euro, ma ciò ha costituito un essenziale volano, come accadde negli anni ’90 con il grande intervento al Tempio Malatestiano, per mettere in moto processi di più ampio respiro a vantaggio della città e della comunità locale”.

“Ci auguriamo”, conclude Gemmani, “che Castel Sismondo rimanga un cuore pulsante del fare cultura a Rimini”.

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