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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Dopo l'ondata di arrivi scatta l'integrazione. Gianfreda: "Rimini esempio di ospitalità, ma sistema saturo"

Tra gruppi educativi, sostegno e assistenza si passa alla fase 2. Giosuè Salomone (Riviera Sicura): "Nelle ultime ore molte meno richieste di aiuto, per gli alberghi si sta lavorando a dei provvedimenti speciali"

Il dato esatto non c’è. L’ultima comunicazione ufficiale della Regione dice 2.877 rifugiati ucraini giunti a Rimini. Ma le presenze sono oltre le 3.000 perché alcune persone già presenti sul territorio stanno procedendo solo in queste ore alla registrazione in Questura. Secondo un report di Riviera Sicura, la rete degli alberghi che al momento ospitano 820 profughi, il 94% delle presenze sul territorio riminese sono dettate da rapporti di parentela con ucraini che già risiedevano in Romagna o per conoscenze dirette.

Nelle ultime ore le richieste di aiuto sono però notevolmente diminuite. Nel corso di questa settimana si stima un decimo degli arrivi rispetto all’inizio della guerra. “Rimini ha dato una grande dimostrazione di umanità e attenzione – dice l’assessore alle Politiche sociali Kristian Gianfreda -, e ha saputo attivarsi quando ancora ai confini con l’Ucraina non erano presenti le Ong”. Ora sul territorio permangono 3.000 rifugiati, che hanno necessità di sostegno, servizi, integrazione. “Non lasceremo nessuno indietro – assicura l’assessore -, la Prefettura e il tavolo costituito del Mir stanno facendo un grande lavoro di coordinamento per dare assistenza e risposte”.

Tuttavia secondo Gianfreda il “modello Rimini”, finito anche sotto la lente d’ingrandimento del ministero, non potrà accollarsi ancora migliaia di arrivi. “E’ una questione di qualità, noi non ci tireremo indietro, ma queste persone vanno accolte come meritano, anche perché si tratta quasi sempre di mamme e bambini. Credo che il territorio di Rimini sia arrivato a un punto di saturazione, sarebbe bello che altri possano prendere spunto dal sistema Rimini”.

Perché proprio Rimini, con numeri paragonabili a quelli di Bologna? “I motivi sono essenzialmente due – spiega l’assessore -, il primo fattore è legato alla nostra comunità ucraina che si è subito attivata dando sostegno e calore, il secondo fatto è che abbiamo avuto società di import-export presenti sul territorio efficienti a mettere in piedi la spedizione dei beni e a quel punto essendo stati tra i primi a partire si è lavorato per portare in salvo il maggior numero di persone. Io stesso quando sono arrivato a Leopoli, ancora non c’erano le Ong in servizio sui confini.

Un provvedimento speciale per gli hotel

Il presidente di Riviera Sicura, Giosuè Salomone, spiega che si registra un calo delle nuove presenze. “Non significa che non ci siamo più arrivi, ma siamo sulle 20 richieste al giorno rispetto alle 200 della prima settimana. Tranne rari casi, non riusciamo più ad accogliere. Dopo lo smarrimento iniziale sono stati intrapresi dei confronti molto frequenti con la Prefettura e si è aperto un dialogo intenso e costruttivo”. Salomone svela che si è al lavoro per avviare una soluzione maggiormente strutturata: “Rimini è diventato un caso Nazionale, ma so che si sta lavorando a dei provvedimenti speciali, è un tema che si sta sviluppando solo in queste ultime ore". 

Gruppi educativi dedicati

Sono già più di ottanta le insegnanti, educatrici e educatori volontari che hanno risposto all’appello del Comune di Rimini per la realizzazione di gruppi educativi, alternativi e complementari alla scuola, per i piccoli profughi e profughe in fuga dal conflitto armato in Ucraina. Il Comune di Rimini creerà per loro un gruppo CiViVo dedicato, e metterà a disposizione risorse per i materiali e, laddove necessari, anche per eventuali mense. Si tratta di gruppi educativi gratuiti finalizzati ad accogliere minori suddivisi in base alle diverse fasce d’età, orientativamente dai 3 ai 16 anni, per lo svolgimento di diverse attività a carattere educativo, ludico e ricreativo: tra queste, un primo approccio alla lingua italiana e alla conoscenza del territorio, laboratori artistici, attività di lettura, educazione ambientale, attività ludiche e sportive.

Il primo gruppo a partire sarà quello al Ceis, dedicato ai piccoli compresi tra i 3 e i 13 anni. Oltre alle attività già elencate, avrà un particolare interessante in più. Sarà possibile infatti attivare un supporto alla didattica, con possibilità di alternare le attività con il collegamento con la didattica a distanza in Ucraina, dove con grande coraggio, e dove le condizioni lo permettono, gli insegnanti continuano a tenere un filo diretto con i più piccoli in fuga dal conflitto.

Il numero verde

Da lunedì (21 marzo), è ufficialmente operativo il centralino di мир (Mir): Rimini per l'Ucraina, il tavolo di coordinamento del terzo settore finalizzato ad aiutare e stare al fianco della comunità ucraina in questa difficile fase. Una realtà nata allo scopo di sostenere e integrare l'impegno del terzo settore, con l’obiettivo di mettere in rete la filiera di assistenza. Contatti: numero di telefono 800.106.300. Indirizzo mail: protezionecivile@comune.rimini.it La sede è in via Marecchiese numero 193.

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