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Cronaca

Emergenza casa: 45 alloggi attualmente dedicati a nuclei familiari in difficoltà

Il 38% dei nuclei ospitati proviene dal servizio di salute mentale, il 16% dalla tutela minori, l'11% dallo svantaggio sociale, il 6% dal servizio disabili, e il 5% dal servizio anziani e dipendenze

La Giunta del Comune di Rimini ha approvato i criteri per le assegnazioni di alloggi emergenza abitativa; 45 quelli attualmente dedicati per nuclei familiari in difficoltà e segnalati dai servizi sociali territoriali tramite il “Gruppo di valutazione” intersettoriale. In particolare il 38% dei nuclei ospitati proviene dal servizio di salute mentale, il 16% dalla tutela minori, l'11% dallo svantaggio sociale, il 6% dal servizio disabili, e il 5% dal servizio anziani e dipendenze (sert). Quello appena approvato è un codice disciplinare con cui vengono determinati i requisiti di accesso, la verifica dei requisiti, la determinazione del canone e la composizione del gruppo di valutazione.Proprio quella del gruppo di valutazione è l'elemento cardine sul quale si focalizza il servizio che è, a tutti gli effetti, un servizio di assistenza e protezione sociale.un servizio temporaneo per rilanciare gradualmente l’autonomia e che, proprio per la sua caratteristica di temporaneità, ha un turnover più elevato.Si è infatti focalizzata l'attenzione non tanto e non solo sulla variabile economica ed abitativa in senso stretto (per la quale esistono anche altri servizi più strutturati come quello dell'edilizia residenziale) quanto sulla centralità del progetto di sostegno, che comprende la progressiva autonomia delle famiglie coinvolte. Un progetto da cui consegue anche la definizione del canone di locazione a carico dell'assegnatario (che compartecipa alle spese), la periodica verifica sull'assolvimento di quanto concordato dal progetto e la valutazione sulla conclusione del servizio.

Il gruppo di valutazione analizza la condizione dei nuclei segnalati dai diversi servizi sulla base di criteri quali: lo stato di avanzamento di uno sfratto, l'impossibilità di condividere spazi con congiunti, parenti o terzi, problemi legati alla sfera dell'autonomia e della genitorialità, la non capacità del nucleo di accostarsi al mercato abitativo “Il concetto di base è la responsabilizzazione dei nuclei coinvolti– spiega Gloria Lisi, Vice Sindaco con delega alla protezione sociale del Comune interviene - principio rinforzato con il disciplinare appena approvato. A fianco dell’edilizia residenziale pubblica il Comune interviene anche con servizi ad hoc di tipo sociale, con cui diamo risposte a tipologie di persone un tempo fuori dai canali assistenziali. La casa è posta in questo caso a servizio di un progetto più ampio di progressiva autonomia dei nuclei coinvolti, in cui il progetto assistenziale, e il suo rispetto, gioca un ruolo predominante rispetto quello esclusivamente economico. Un cambio di prospettiva che professionalizza l'intervento grazie ai diversi servizi e professionisti coinvolti”.

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