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Cronaca

Emergenza sanitaria: 4.200 gli anziani contattati dal nucleo fragilità del Comune di Rimini

Rimasti soli a causa delle limitazioni alla circolazione che ha impedito a figli, parenti e badanti di andarli ad aiutare

 All’emergenza sanitaria devono spesso sommare quella sociale ed assistenziale, la solitudine. Sono gli anziani, ovvero coloro che superano i sessantacinque anni di età e che, a Rimini, superano i 26 mila iscritti all’anagrafe. A loro, in particolare a coloro che sono più soli, è dedicato una servizio di monitoraggio e assistenza telefonica coordinato dalle assistenti sociali del servizio anziani del Comune di Rimini. Si tratta di 12 assistenti sociali, professionisti delle relazioni interpersonali - già in prima linea nelle emergenze caldo estive - che monitorano costantemente la situazione degli anziani più soli e fragili. Un servizio che si calibra sulle esigenze dei singoli e che, per i casi di fragilità più esposta, viene effettuato regolarmente, a volte anche quotidianamente. Lo schema organizzativo dell’emergenza caldo è stato replicato anche per l’emergenza sanitaria da Covid-19 e, oltre ai contatti di persone già conosciute dai servizi, la scelta è stata quella di ampliare a nuovi contatti di potenziali fragilità.

“Quella che a livello comunale si sta sempre più arricchendo – spiega l’Amministrazione comunale - è una sorta di mappa della fragilità che, dalla protezione civile ai servizi sociali, sia in grado di individuare, in tempi di emergenza ma anche di normalità, le persone più vulnerabili ed esposte, dunque coloro da monitorare e contattare per prime”. Ad oggi sono già stati 4.200 gli anziani contattati e, tra questi, 500 mai contattati prima. In questi giorni, ad esempio, vengono monitorati i novantenni, coloro nati tra il 1930/1931. Sono anziani che, nella maggioranza dei casi, vengono seguiti chi dai figli, chi dalle assistenti, chi da badanti. Tutte relazioni più difficili da mantenere, quando impossibili da continuare, a causa delle limitazioni alla circolazione. Ecco allora che, per quelli senza particolari problemi sanitari, una telefonata di controllo può tenere monitorato lo stato d’animo e allietare la giornata. Per alcuni di questi anziani, quando non hanno figli o abitano lontano, sono previsti anche servizi a domicilio per la consegna dei pasti e dei medicinali.

“Un monitoraggio - spiega Micaela Donnini, coordinatrice del servizio – che restituisce uno spaccato delle diverse realtà degli anziani. C’è chi aspetta la nostra telefonata, sopratutto quelli seguiti da più tempo, c’è chi invece ci liquida velocemente, temendo truffe. Questo è un aspetto curioso da segnalare, perché ha anche un risvolto positivo. In passato ci siamo impegnanti per sensibilizzare gli anziani sui pericoli derivanti da truffe di persone che si presentano al telefono o a casa a nome di istituzioni o enti pubblici. L’impressione è che abbiano fatto tesoro di questo lungo lavoro di sensibilizzazione portato avanti negli anni, anche se a pagarne “bonariamente” le spese, sono a volte anche le nostre assistenti sociali. Ovviamente l’emergenza, acuita dall’isolamento e dall’età avanzata, aumenta anche la diffidenza, per questo ci affidiamo a professionisti in grado di porsi in una relazione di ascolto che sappia instaurare un clima di riconoscimento e fiducia”.

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