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Cronaca

Eredità Soleri, il commercialista era in grado di intendere e volere: tutti assolti

Un patrimonio immenso quello lasciato dal noto e facoltoso professionista per il quale erano finiti nei guai un notaio e un medico

Un patrimonio da 18 milioni di euro, tra cui spiccano l'immobile della discoteca Paradiso, 70 appartamenti e 2 alberghi, quello lasciato dal commercialista riminese Giorgio Solieri deceduto nel 2012 scatenando una guerra per l'eredità. La vicenda giudiziaria, che aveva visto finire a processo accusati a vario titolo di circonvenzione d'incapace e falso  il Notaio Barbara Ciacci e le sue due impiegate Sonia Giambagli e Mariagrazia Meoli nonchè il dottor Giuseppe Bianchini, si è conclusa il 22 febbraio con l'assoluzione di tutti gli imputati perchè il fatto non sussiste.

In particolare, il Notaio e le impiegate ed il medico erano imputate di aver concorso tra loro a commettere il reato di falsità ideologica in atto pubblico ossia di aver certificato falsamente che Giorgio Soleri, al momento in cui aveva sottoscritto l'atto di donazione poco prima di morire, era capace di intendere e di volere e, quindi, di autodeterminarsi liberamente. Inoltre, il Notaio ed medico era anche imputati di aver redatto un certificato medico falso che affermava che il Soleri era capace di determinarsi liberamente mentre, secondo la prospettazione accusatoria, si trovava in condizioni di incapacità. L'istruttoria, viste le consulenze redatte dai professori Tagliabracci, Provinciali ed Ariatti che avevano ritenuto come il commercialista al momento della stipula, era capace di intendere e di volere ed è riuscito a manifestare la propria volontà. Quindi, nessun reato è stato compiuto dai professionisti ed i loro colllaboratori

La querelle giudiziaria era partita dalla denuncia di Stefano Solieri, uno dei figli del commercialista, il quale dalla stipula di quell'atto aveva ritenuto di aver patito un danno che non è stato in alcun modo riscontrato. Il 22 febbraio la Procura di Rimini aveva domandato la condanna di anni 3 e mesi 6 di reclusione per tutti gli imputati ma i giudici del Collegio hanno emesso una sentenza di piena assoluzione.

"Il collegio difensivo - spiegano in una nota i legali - composto dagli avvocati Nicola Mazzacuva del Foro di Bologna (difensore di Ciacci e di Giambagli e Meoli) Giuliano Renzi (GIambagli e Meoli) e Filippo Giunchedi del Foro di Bologna (Bianchini) si è dichiarato assai soddisfatti dell'esito del processo evidenziando come, detti imputati, persone dabbene che svolgono con prestigio e serietà la loro attività professionale si sono trovati imputati per circa 10 anni in ordine ad accuse che si sono rivelate, come sempre ribadito, assolutamente infondate".

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