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Cronaca Santarcangelo di Romagna

L'ex pizzeria pronta a essere trasformata in un centro sociale, si punta alla co-gestione dell’immobile

L'assessore Filippo Sacchetti: "L’esito che auspichiamo è la creazione di un gruppo CiViVo dedicato alla gestione partecipata dell’immobile”

Il futuro dell’ex ristorante “Iolanda” di Canonica passa attraverso la partecipazione: l’amministrazione comunale ha candidato il progetto “Ex Iolanda spazio sociale” al bando della Regione Emilia-Romagna sulla partecipazione, chiedendo un contributo di 15 mila euro per immaginare il futuro dell’immobile. Obiettivo del progetto è attuare un percorso di partecipazione della comunità per definire nuove forme di aggregazione e utilizzo dell'immobile, che coinvolga una rete estesa di cittadini, realtà del terzo settore e scuole per attivare un gruppo CiViVo dedicato all'organizzazione delle attività all'interno della struttura, da articolare in un apposito calendario, e proporre eventuali modifiche al regolamento comunale relativo alle attività di volontariato civico.

Il progetto intende quindi sviluppare un modello collaborativo di co-gestione dell’immobile, imperniato sull'idea di cittadinanza attiva, per dar vita a un luogo di socializzazione destinato alla frazione di Canonica – rispondendo alle esigenze di cittadini e associazioni – e a una struttura di raccordo tra la stessa frazione e il capoluogo, un luogo di partecipazione anche sulle decisioni e le attività dell’Amministrazione comunale.

“La candidatura del progetto ‘Ex Iolanda spazio sociale’ darà spazio al coinvolgimento diretto della frazione, indipendentemente dall’esito del bando: anche nel caso in cui il finanziamento non dovesse arrivare, la decisione sul futuro dello spazio sarà affidata a una scelta condivisa con la comunità di Canonica attraverso un percorso partecipato” dichiara l’assessore al Patrimonio, Filippo Sacchetti. “Riteniamo infatti che il futuro di un luogo così importante per Canonica si possa immaginare solo insieme a chi lo vive quotidianamente. Per questo, la prima fase del progetto prevede l’analisi della comunità di riferimento per individuare i principali portatori d’interesse, mentre l’esito che auspichiamo – conclude Sacchetti – è la creazione di un gruppo CiViVo dedicato alla gestione partecipata dell’immobile”.

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