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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Falsi verbali d'arresto e perquisizione, carabinieri condannati dalla Corte d'Appello

All'epoca dei fatti i militari dell'Arma erano in servizio a Rimini, la sentenza arriva dopo l'assoluzione in primo grado

I giudici della Corte d'Appello di Bologna hanno ribaltato la senteza del Gup condannato a un anno, pena sospesa, il capitano dei carabinieri Aniello Claudini e il Luogotenente Massimiliano Panico (per il quale il giudice d'Appello ha subordinato la pena sospesa solo all'espletamento dei lavori socialmente utili), all'epoca dei fatti in servizio al comando
dei carabinieri di Rimini. Scagionati dal Tribunale di Rimini dalle accuse di aver falsificato verbali di arresto e perquisizione durante il loro servizio, il pubblico ministero Davide Ercolani aveva presentato ricorso alla sentenza di primo grado emessa dal giudice dell'udienza preliminare Sonia Pasini. Condannato per traffico di droga dalla Corte di Bologna, a un anno e 8 mesi anche Alfonso Sorrentino, considerato dagli inquirenti un intermediario tra i pusher, arrestati dai due carabinieri. Le indagini che erano state condotte dagli stessi militari del Comando Provinciale di Rimini si concentrarono su un verbale di arresto e perquisizione e sequestro penale, dell'ottobre del 2008, nel quale si ometteva proprio la presenza di Sorrentino. Secondo gli inquirenti in tal modo i militari avevano coperto la fonte e colui che aveva fatto da 'mediatore' tra il venditore e compratori di droga. Confermata infine la sentenza di primo grado relativamente alla esclusione del concorso dei militari nell'acquisto e spaccio. Tutta l'indagine era stata basata sulle dichiarazioni di un informatore dell'Arma stessa e stando all'accusa, i carabinieri avrebbero usato l'albanese per totalizzare un alto numero di arresti per spaccio. 

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