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Cronaca

Filtri e polverine non salvano il "mago Orfeo" dal processo

Il sedicente guaritore che garantiva di poter guarire il Covid con un mix di erbe dovrà rispondere di esercizio abusivo della professione medica e di truffa pluriaggravata

Filtri e pozioni non hanno salvato il "mago Orfeo", al secolo Orfeo Bindi, dal processo col 67enne di Bellaria che è stato rinviato a giudizio dal Gip del Tribunale di Rimini per esercizio abusivo della professione medica e truffa pluriaggravata. Il sedicente guaritore era balzato agli onori della cronaca nel periodo più buio dell'epidemia di Coronavirus e, nell'aprile del 2021, era stato smascherato dall'inviato di Striscia la notizia. Bindi, autoproclamatosi "mago delle erbe" e facendo credere di essere laureato in medicina, riceveva i pazienti nella sua abitazione millantando di curare qualsiasi tipo di malattia e vantando una clientela internazionale fatta di capi di Stato, ministri, agenti dei servizi segreti e personaggi pubblici. Il 67enne, proprio in materia di Covid, garantiva di guarire in pochissimi giorni grazie a degli intrugli.

All'indomani della messa in onda del servizio, il pubblico ministero Davide Ercolani alla luce delle indagini che la Guardia di Finanza stava già svolgendo sul "dottore" aveva emesso un decreto di perquisizione nei confronti dell'uomo che ha permesso di sequestrare le "polverine" utilizzate dal falso medico. Oltre a quella anti-covid, anche un fantomatico elisir per "negativizzare il test" e risultare sani anche se colpiti dalla malattia. Tutto materiale che veniva ceduto a pagamento mentre, per la consulenza, era a "offerta libera". L'attività di Orfeo Bindi era già finita nel mirino della Guardia di Finanza lo scorso marzo facendo emergere come l'uomo riceveva i pazienti presso la propria abitazione facendo poi intendere di essere in possesso di tutte le lauree necessarie e di essere in grado di curare tutti i mali.

Le analisi sulle polverine spacciate per rimedi universali contro tutti i mali, effettuate da un consulente tecnico nominato dalla Procura di Rimini, hanno permesso di accertare che "i composti costituenti i reperti analizzati possiedono proprietà che impongono sempre un loro uso controllato (da parte di persona con competenze ed abilità professionali), soprattutto in relazione alle dosi: l’assunzione per via orale può comportare rischi legati a reazioni allergiche o alla tossicità degli olii essenziali. La tossicità degli olii essenziali  dipende, come per ogni prodotto, dalla quantità assunta: le piante aromatiche, le spezie e gli olii sono estratti naturali completi, estremamente
concentrati e potenti, conseguentemente potenzialmente tossici e dannosi per chi li assume in modio non controllato e, a seconda della pianta, in relazione alla sua dose ed il tempo di somministrazione
”.

Al termine delle indagini la Guardia di Finanza aveva eseguito un provvedimento del Gip del Tribunale di Rimini in cui viene vietato al "mago Orfeo" l'esercizio della professione di medico omeopata, biologo, chimico, biochimico,dietologo, erborista, naturista, fitoterapeuta ed il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie. Le Fiamme Gialle, che nel corso della perquisizione dell'abitazione di Bindi avevano acquisito la contabilità del 65enne, hanno messo sotto sigilli 16mila euro ritenuti il provento della sua attività di guaritore.

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