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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Famiglia con figli minori sotto sfratto, esecuzione bloccata dalla manifestazione

Una nota di Adl Cobas contesta le politiche abitative del Comune di Rimini: "Persevera la posizione assunta dal Comune di Rimini nell'assenza di risposte "

Giovedì mattina si è tenuta una manifestazione dei Cobas che ha bloccato l'esecuzione di uno sfratto nei confronti di un nucleo famigliare italiano, con un figlia minore presente in famiglia. Il presidio dello “Sportello per il diritto all'abitare” del sindacato Adl Cobas ha fermato l'esecuzione dello sfratto. Presente alla manifestazione anche una delegazione degli abitanti di “Casa Andrea Gallo”.

Una nota di Adl Cobas contesta le politiche abitative del Comune di Rimini: “Persevera la posizione assunta dal Comune di Rimini nell'assenza di risposte alle migliaia di cittadini e cittadine sotto sfratto o con problemi di disagio abitativo. Le uniche soluzioni sono il pagamento di residence per le famiglie sfrattate, per pochi mesi e con enorme dispendio di fondi pubblici ai circuiti immobiliari privati - come i residence, appunto - invece di politiche abitative efficaci e che portino a soluzioni e risultati tangibili”. 
 
“Quando l’unico impiego che trovi è un lavoro stagionale presso una delle migliaia di strutture alberghiere sparse per la Riviera, sfruttato e mal retribuito, che ti impegna per 10-12 ore al giorno a svolgere mansioni non previste dal tuo contratto di assunzione che è peraltro solo parzialmente regolare e che a fine stagione non ti permette nemmeno di accedere ai miseri ammortizzatori sociali ancora garantiti da un Welfare ormai smantellato; quando l’iper-precarietà e la povertà ti portano ad accettare un tirocinio lavorativo a 500€ al mese “che è meglio di niente” ecco, pagare un affitto in una delle città più care d’Italia, per di più con tre mensilità sommate da corrispondere in anticipo di tre mesi (rispetto alla fruizione dell’appartamento), mantenere una figlia minore e soddisfare le necessità quotidiane può diventare un problema”.
 
“Certo questo problema, che possiamo chiamare disagio abitativo, nuove povertà, indigenza, potrebbe essere ridotto se le istituzioni che stanno a capo del governo della città negli ambiti sociali e abitativi provassero ad uscire dalla difesa e riproposizione di risposte vecchie ed inadeguate, per confrontarsi a pari livello con chi con gli ultimi di questo sistema neoliberista crea sperimentazioni quotidiane. Si accorgerebbe ad esempio che in una città come Rimini di circa 148.000 abitanti, quando gli sfratti interessano una famiglia ogni 220, l’assegnazione di nuovi alloggi ERP è pressoché bloccata ad un turn-over che non raggiunge il 3%, i cittadini poveri e gli homeless stanziali nel territorio aumentano, misure emergenziali come il pagamento di tre mesi di residence a chi viene sfrattato risultano al limite del grottesco. Migliaia di euro di risorse pubbliche regalate al mercato immobiliare privato senza ottenere nessun miglioramento nella condizione di vita di migliaia di persone. Dall’altra parte migliaia di strutture sfitte, 15.000 tra pubbliche e private, lasciate marcire nell’incuria e nell’abbandono perché manca il coraggio di adottare strumenti politici nuovi (la requisizione degli immobili sfitti a fronte di urgenze di natura sociale tra la popolazione come può essere considerata l’emergenza abitativa è già una realtà in diversi Comuni italiani) che guardino alla riqualificazione e ristrutturazione di questi ultimi. Un immobilismo politico che lascia inoltre soli inquilini e proprietari, in una guerra tra poveri e poverissimi, dove molto spesso la forbice della ricchezza che divide i due soggetti non è poi così tanto ampia.” 

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