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Cronaca

Famiglia sfrattata denuncia: "Da una settimana viviamo in 4 dentro l'auto, il Comune non ci aiuta"

Il padre e un figlio sono invalidi e la madre costretta a lavorare in nero per accudirli. "Dormiamo nell'abitacolo dell'auto parcheggiata davanti agli uffici dei Servizi Sociali"

Da 5 notti, ossia da quando sono stati sfrattati dalla loro abitazione, una famiglia è costretta a vivere e dormire nella propria auto continuando a fare la spola presso gli uffici dei Servizi Sociali dove fino ad oggi hanno trovato solo porte sbattute in faccia. Una situazione che sta diventando sempre più pesante ogni giorno che passa dal momento che il capofamiglia, un italiano di origini tunisine, è invalido al 100% avendo perso la mano sinistra nel tentativo di salvare il figlio più piccolo da un'esplosione che ha però reso invalido anche il ragazzino. La vita di Sabri N., che da oltre 30 anni vive a Rimini con la famiglia dove lavorava come capitano di un peschereccio, è totalmente cambiata da quel maledetto 1 gennaio del 2019. Quella mattina aveva visto il figlio più giovane, che adesso ha 14 anni, maneggiare un grosso petardo inesploso. Allarmato l'uomo aveva cercato di strappare di mano al ragazzino quella che poi si è rivelata essere una vera e propria bomba ma, in quel momento, il fuoco d'artificio gli era esploso in mano lesionando irreparabilmente la mano sinistra dell'uomo e provocando gravissime ferite al piede del figlio rendendo invalidi entrambi.

La replica dell'assessore Kristian Gianfreda

A causa di questo incidente, Sabri ha perso il lavoro rimanendo in arretrato con l'affitto mentre la moglie Yosra non è riuscita a trovare un impiego anche perchè costretta ad accudire il figlio e il marito. Si è così arrivati allo sfratto per morosità nel 2020 e, come sottolinea l'avvocato Luigi Patimo che segue la famiglia, "i miei assistiti si sono subito rivolti ai Servizi Sociali del Comune di Rimini per far presente la loro situazione e a novembre di quell'anno abbiamo inviato tutta la documentazione che attesta i problemi di salute del capofamiglia e del figlio più giovane. Vista anche la situazione della pandemia che stava per scoppiare, lo sfratto è stato differito fino alla fine di gennaio scorso ma in tutto questo periodo nè l'Ufficio Casa nè i Servizi Sociali si sono attivati per trovare una soluzione alla situazione che è degenerata a tal punto da costringerli a vivere  e dormire nell'abitacolo della loro auto. Inefficace anche l'appello che abbiamo rivolto al sindaco ed è assurdo che a oltre un anno dalla segnalazione della situazione la famiglia di Sabri è stata messa in strada senza poter accedere a quegli interventi tipici di salvaguardia per le famiglie bisognose".

"Siamo disperati - racconta Yosra, moglie di Sabri - e i nostri figli non sanno come affrontare la situazione. In questi giorni abbiamo trovato solo porte sbattute in faccia e nessuno che ci abbia aiutato. Per noi è impossibile trovare una casa in affitto perchè tutti vogliono vedere le buste paga ma mio marito è invalido, e non può lavorare, mentre io mi arrangio con qualche lavoro in nero anche perchè non posso abbandonarlo così come mio miglio rimasto anche lui seriamente ferito a un piede a causa dello scoppio del petardo. Abbiamo provato di tutto ma, dagli uffici del Comune, sembra che non vogliano nemmeno parlarci e ci continuano a rimpallare da un funzionario all'altro. Siamo costretti a vivere nell'abitacolo dell'auto parcheggiata davanti all'assessorato ai Servizi Sociali di via Ducale per far vedere a che punto siamo arrivati. Mio marito, addirittura, per lasciarci più spazio si è ridotto a dormire all'addiaccio stendendo un cartone sull'asfalto. Non possiamo andare avanti così ancora per molto".

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