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Cronaca

Fausto Gresini non ce l'ha fatta, il campione di motociclismo stroncato dal Covid

Dopo il falso annuncio smentito dalla famiglia nella serata di lunedì, martedì mattina la conferma arrivata dalla Gresini Racing

"La notizia che non avremmo mai voluto darvi e che siamo costretti a scrivere. Dopo praticamente due mesi di lotta al covid, Fausto Gresini ci lascia con 60 anni appena compiuti. Tutta la Gresini Racing si stringe intorno alla famiglia, la moglie Nadia e i figli Lorenzo, Luca, Alice e Agnese...e alle innumerevoli persone che hanno avuto l’occasione di conoscerlo e apprezzarlo". Con un laconico comunicato stampa, diffuso nella mattinata di martedì, la Gresini Racing ha annunciato la scomparsa del campione di motociclismo stroncato dal Covid. Nella serata di lunedì si erano rincorse diverse notizie sul decesso del patron del team ma, a smentirle, erano stati gli stessi famigliari del 60enne che pur parlando di condizioni estremamente critiche confermavano che Gresini era ancora in vita. L'annuncio della sua scomparsa è poi arrivato oggi.

Il cordoglio di piloti e amici: "Campione di motociclismo e di vita"

Il team manager ha lottato senza sosta contro il Coronavirus all’ospedale Maggiore di Bologna. Il calvario era iniziato poco prima di Natale, quando l'uomo era risultato positivo al virus. Il 27 dicembre era stato ricoverato all'ospedale Santa Maria della Scaletta di Imola e successivamente al Maggiore in un reparto più attrezzato. Gresini era stato indotto in coma e sottoposto a tracheotomia per essere intubato e collegato al polmone meccanico. Dopo il risveglio dal coma, Gresini aveva cominciato anche a comunicare in videoconferenza, festeggiando anche il suo 60esimo compleanno. Nei giorni scorsi un nuovo peggioramento delle condizioni, che aveva costretto i medici a sedare il team manager. Pochi giorni fa l'ultimo bollettino parlava di "una grave insufficienza respiratoria conseguente all’infezione da Covid-19", con un "quadro clinico critico".

Originario di Imola Gresini ha esordito nel 1982 ed è sempre rimasto nella classe 125. Nel 1985 il primo trionfo mondiale su una Garelli, mentre l’anno successivo non bastarono 4 gran premi vinti per superare Luca Caldarola. Il 1987 è stata invece una stagione a senso unico, con 10 vittorie su 11 appuntamenti. Negli anni successivi ha gareggiato in sella ad Aprilia prima e ad Honda poi, prima di ritirarsi nel 1995. Come pilota ha vinto tanto, ma ha anche scoperto e affinato le proprie doti di comunicatore. Dopo 13 anni di stagioni intense, 2 titoli iridati e per 3 volte vice campione del mondo, Gresini capì che era ora di fissare un altro traguardo e fondò il suo team: “A un certo punto della mia carriera dovetti scegliere se diventare un vecchio pilota o un giovane manager”.

Due anni più tardi ha iniziato la sua carriera come manager del team che portava il suo nome e che ha vinto due titoli iridati, uno con Daijiro Kato in classe 250 e uno con Toni Elias in Moto2. In MotoGp vanta 18 mondiali consecutivi disputati, prima con la Honda e poi con l’Aprilia, durante i quali ha più volte chiuso al secondo o al terzo posto con Sete Gibernau, Colin Edwards e Marco Melandri. Nella sua carriera da team manager due terribili lutti: la morte di Daijiro Kato nel 2013 e nel 2011 quella di Marco Simoncelli il pilota italiano morto in gara a Sepang il 23 ottobre. Con Gresini hanno esordito in Moto3 diversi campioni di oggi, tra cui il riminese Enea Bastianini che la scorsa stagione ha conquistato il titolo di campione del mondo di Moto2.

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