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Cronaca

Federconsumatori: "Sbagliata la scelta di aumentare le spese militari nella misura del 2% del Pil"

"Ci si chiede se invece di avere 27 eserciti europei che aumentano la loro spesa militare non sarebbe stato meglio pensare ad una politica comune e alla formazione di un esercito Europeo"

Con lo scoppio della guerra in Ucraina, si è subito aperto il dialogo sul riarmo, spese militari  e le conseguenze economiche a partire dalla decisione di aumentare fino al 2% del Pil entro il 2028. Un tema su cui interviene Federconsumatori assumendo una posizione: "Il recente intervento di Draghi sugli investimenti militari ha generato una vivace discussione nei partiti in molte associazioni, organizzazioni solidali ed umanitarie,e sopratutto nell'opinione pubblica . Anche Papa Francesco, è intervenuto e ha sottolineato quanto questa decisione sia sbagliata e non consona ad un mondo di pace. Il governo ha deciso di rispettare gli impegni Nato sull’aumento delle spese militari, giustificando il momento così delicato che vede l’Europa coinvolta in un conflitto armato".

"Ci si chiede se invece di avere 27 eserciti europei che aumentano la loro spesa militare non sarebbe stato meglio pensare ad una politica comune e alla formazione di un esercito comune Europeo, razionalizzando le spese senza doverle aumentare? - scrive Federconsumatori -, visto che già oggi i Paesi Ue complessivamente spendono per la difesa tre volte tanto la Russia e che il riarmo non pare un deterrente e una scelta per contribuire alla pace? La decisione dell’esecutivo sull’aumento del riarmo, vedrà coinvolte altre risorse aggiuntive che saranno sottratte dall’ultimo bilancio?".

"L’inflazione in area Euro è già al 7,5% - prosegue la nota - e anche il nostro Paese già al 7%. Inflazione generata dall’aumento dei costi energetici e dalle materie prime. Una inflazione che aumenterà per effetto della guerra in Ucraina  e che per caratteristiche non sarà di breve durata.  Recessione e perdita sostanziale del potere d’acquisto e del valore dei risparmi degli italiani sarà inevitabile. Già oggi le  stime del nostro Osservatorio Nazionale sulla base dei dati Istat prevede un aumento di costi a famiglia di 2.354 euro. Per quanto riguarda la nostra provincia, va ricordato che viste le proprie peculiarità economiche sociali registra i redditi da lavoro e le pensioni più basse della regione".

"Considerato che le risorse che il governo ha messo a disposizione per il contenimento del prezzo dei carburanti rimane valido fino al 22 aprile 2022;  che ci troviamo di fronte allo scivolare verso posizioni di vera e propria povertà della classe media; che ci troviamo di fronte ad un problema di povertà energetica delle famiglie che non riescono fare fronte alle bollette;  che c’è la necessità di forti investimenti in energie green (parchi eolici , comunità energetiche); in ragione di ciò la scelta di aumentare le spese militari nella misura del 2% del Pil nazionale non ci appare la scelta più giusta e lungimirante", conclude la nota.

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