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Cronaca

Federico Fellini studente modello al liceo "Giulio Cesare"

Le curiosità sulla vita da liceale del grande regista riminese raccolte dal prof. Davide Bagnaresi

Finora si è sempre letto di Federico Fellini studente poco modello, anzi in difficoltà nella scuola superiore. In realtà, “Gandhi” (così lo chiamavano perché alto e magro) frequentò Ginnasio e Liceo all’epoca molto selettivi, della sua classe partirono in 41 ed arrivarono alla maturità in 17, e non fu mai bocciato. Venne rimandato solo una volta, e in “Cultura militare”, a conferma della sua idiosincrasia verso il fascismo. Al “Giulio Cesare” di Rimini, Fellini era già famoso per i disegni e le vignette, pubblicate anche su periodici nazionali. E aveva già maturato la vocazione alla regia: mentre gli amici interpretavano le “pugne” greche nella centralissima via Ugo Bassi, lui dirigeva. A fornire le curiose notizie è il settimanale riminese ilPonte: nel numero 8, in edicola da giovedì 20 febbraio 2020, il periodico propone una nuova, accurata ricerca operata dallo studioso riminese, prof. Davide Bagnaresi.

Classe 1977, assegnista di ricerca e docente a contratto in Storia dei consumi e delle imprese turistiche all’Università di Bologna, autore di alcuni saggi e libri di storia del territorio, Bagnaresi si occupa da tempo per conto dell’Università Pontificia Salesiana del Fellini bambino e ragazzo, del quale pubblicherà a breve un saggio, e lo farà in maniera approfondita in occasione del convegno “Ho bisogno di credere. Fellini e il sacro”, organizzato insieme all’Università Pontificia Salesiana, tra Rimini e Roma nel marzo 2020 (il 7 marzo a Rimini, il 21 marzo a Roma). Le stagioni vissute al “Giulio Cesare”, il futuro premio Oscar le riproporrà in alcuni dei suoi film più famosi: Roma e Amarcord, ulteriore testimonianza che gli anni della formazione resteranno per sempre impressi nella sua memoria, trovando spazio in tanti frame della fortunata filmografia del regista.

È il caso dei professori del Ginnasio/Liceo: il preside Olivieri, il prof. Carlo Alberto Balducci, la notissima prof.ssa di Storia dell’Arte Maria Massani (a lei si devono i primi studi su Alberto Marvelli “ingegnere della carità” incamminato verso la santità), don Gaetano Baravelli. Nella memoria degli amici e in alcuni documenti scritti, lo storico Bagnaresi ha rinvenuto anche alcune scenette memorabili, come gli scherzi ai danni del prof. Severino Bacchini (“prenda la porta ed esca!”) e lo spirito da bastian contrario che FF mise in mostra nel corso della parata finale della centuria guidata da Titta Benzi, lui unico a marciare in senso contrario tra tutti e 100 i ragazzi, suscitando il brusio dello stadio e le ire del prof. Bacchini. Già negli anni del Ginnasio/Liceo, Fellini è disegnatore provetto: le sue vignette circolano tra i banchi, a scuola (grazie alla diffusione che ne fa il fratello Riccardo), sul giornale fiorentino Il 420 e, dal febbraio 1938, su La Domenica del Corriere, all’epoca il più famoso settimanale italiano di cronaca, che pagava 20 lire ciascuna le illustrazioni di FF.

Quando Fellini abbandona Rimini nel 1939 e approda a Roma, inizia la sua collaborazione come disegnatore al Marc’Aurelio e le sue doti vengono immediatamente riconosciute anche nella capitale. Anche della frequentazione alla scuola elementare. Sono i prodromi della sua carriera. Bagnaresi continua a dedicare studi e analisi all’infanzia e alla giovinezza di Fellini, nel tentativo di mostrare come la riminesità del regista abbia avuto una parte enorme non solo nei ricordi e nella frequentazione mai interrotta della città, ma soprattutto per comprendere appieno i tanti riferimenti disseminati in tutta la super premiata filmografia del regista.

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