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Cronaca

Un altro femminicidio dopo neanche un mese, rabbia e sgomento: "Non temete di denunciare"

Un’altra donna uccisa per mano del marito a Rimini, l’ennesimo femminicidio a poche settimane dall’ultimo tragico caso porta rabbia e sgomento in città

Un’altra donna uccisa per mano del marito a Rimini, l’ennesimo femminicidio a poche settimane dall’ultimo tragico caso porta rabbia e sgomento in città. Neanche un mese fa, il 23 aprile scorso, si era verificato un altro assassinio di una donna per mano del marito, a Viserba. "Con ogni mezzo a nostra disposizione dobbiamo poter fermare questo fenomeno inaccettabile che sta pesantemente segnando la nostra società. Le donne non devono avere paura a denunciare perché a sostenerle c’è una forte rete di protezione e prevenzione creata dai centri antiviolenza e sostenuta dalle istituzioni e dalle forze dell’ordine", commenta Emma Petitti, presidente Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna.

Che continua: "C’è poi un grande tema culturale che dobbiamo saper affrontare che riguarda lo sradicamento della cultura patriarcale e della prevaricazione degli uomini sulle donne diffusa in vari contesti sociali. Facciamo rete tra tutte e tutti, istituzioni, associazioni, pubblico e privato, e stringiamoci attorno alle donne e ai loro figli perché, come ci racconta il caso di oggi, c’è anche un grande tema legato alla violenza assistita, che coinvolge i minori che vivono quei contesti violenti".

Croatti: "La politica deve agire"

"Dolore e rabbia per il drammatico episodio di violenza nella nostra città con una donna uccisa dal marito che, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe anche ferito gravemente la figlia che tentava di difendere la madre. Un nuovo dramma che si consuma a Rimini e che colpisce e spaventa ancora una volta la nostra comunità. Una vita spezzata tragicamente e una famiglia distrutta dalla violenza brutale di un uomo" così in una nota il senatore Marco Croatti e la deputata Giulia Sarti del Movimento 5 Stelle.

"Difficile commentare ora questa tragedia, nelle prossime ore le indagini chiariranno cosa sia accaduto, ma certamente c’è un enorme problema sociale che va affrontato con ogni strumento e ogni risorsa. Troppi gli episodi di violenza domestica nel nostro Paese, troppe donne vittime di brutalità terribili. La politica deve agire in fretta. In prospettiva, partendo dalle scuole, dai nostri giovani per costruire una società con valori culturali forti. Ma anche facendo di più per andare a intercettare ogni situazione di degrado, di pericolo e di abuso: servono campagne attive e servizi efficaci. È una vera emergenza e come tale va affrontata".

La vicensindaca Bellini: "Il problema va affrontato alla radice"

 "Ogni caso di femminicidio è diverso dall'altro, ma fino a che ci concentreremo nel trovare una ragione soggettiva per questi crimini, come la 'gelosia', il 'raptus', la 'lite', non affronteremo il problema alla sua radice. La violenza di genere è innanzitutto un problema collettivo perché è il frutto di un fattore culturale, che da sempre vede la donna in una posizione subordinata rispetto all'uomo - dice la vicesindaca Chiara Bellini -. Questo è il problema più profondo. Oltre a concentrarsi sui casi estremi in cui la donna viene percepita come un oggetto, occorre allora interrogarsi su come la società nel suo complesso valuti la donna indipendente e autonoma, che decide per la sua vita, che afferma e rivendica scelte di libertà. Generalmente è un giudizio negativo e insofferente. Una donna che semplicemente sceglie di separarsi o perseguire un proprio percorso autonomo nella vita o nella professione è spesso guardata con diffidenza, cosa che avviene raramente per un uomo. Si parte da questa percezione di inferiorità per arrivare alla violenza in tutte le sue forme, e in casi estremi tragicamente al femminicidio. Ma il femminicidio non è che la punta più evidente e drammatica di un iceberg che affonda in un mare veramente profondo. Abbiamo il dovere di riconoscere quella parte sommersa, portarla a galla per distruggerla, e se cercheremo nella 'gelosia' la ragione del femminicidio non faremo paradossalmente che nobilitare quel crimine anziché sradicarlo".

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