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Cronaca

Spettacolo con pipì, il Festival: "Niente di provocatorio, è stato strumentalizzato"

Continua a tenere banco il caso dello spettacolo di Santarcangelo, con un ballerino che si è esibito nudo e che ha culminato la sua esibizione orinando in pubblico. La protesta è salita fino alle più alte assemblee, con interrogazioni alla Camera dei Deputati e in Regione

Continua a tenere banco il caso dello spettacolo di Santarcangelo, con un ballerino che si è esibito nudo e che ha culminato la sua esibizione orinando in pubblico. La protesta è salita fino alle più alte assemblee, con interrogazioni alla Camera dei Deputati e in Regione. Inoltre il caso si è trasformato in una denuncia penale per atti osceni in luogo pubblico. A tutte le critiche risponde Silvia Bottiroli, direttrice artistica di Santarcangelo Festival Internazionale del Teatro in Piazza.

Contrattacca Bottiroli: “Si sta parlando, anzi urlando, di politica, e nel modo più svilente per una delle parole fondamentali del nostro vocabolario. Si sta strumentalizzando un fatto per attaccare un festival e le amministrazioni pubbliche che lo sostengono, arrivando a suggerire l’illegittimità del finanziamento pubblico per una manifestazione artistica che possa presentare contenuti che suscitano scalpore. Si sta riducendo uno spettacolo importante a un futile gesto di provocazione, e uno dei maggiori festival europei di teatro contemporaneo a una manifestazione di teatro di strada tenuta solo a intrattenere il pubblico e a portare economie per le attività commerciali della città”.

E ancora: “La politica dovrà prendere la parola a un livello più alto, e spero che voglia farlo, per difendere l’operato di un festival che si vede ora ridotto a una sola immagine, quando per dieci giorni ha portato in scena voci importanti di artisti di tutto il mondo, sollevato questioni serie, costruito un contesto in cui una città potesse farsi teatro e in cui abitanti, artisti, studenti, professionisti e spettatori potessero ritrovarsi insieme, e insieme emozionarsi e pensare. E spero vorrà prendere la parola anche il mondo artistico e culturale, affinché attorno a questo “caso” si possa aprire un vero dibattito”.

Il caso riguarda lo spettacolo “(untitled) (2000)” di Tino Sehgal, un esibizione che ha “scatenato un “caso”, e una serie di commenti e proteste, che non avevamo immaginato, e ha portato il fatto sul piano nazionale, irrompendo anche nell’ambito politico in senso stretto. Si è scritto che “un uomo si piscia in bocca in piazza”, e questa frase è rimbalzata in molti discorsi e in troppe pagine dei social, sino ad arrivare addirittura ai media. Questa scena semplicemente non esiste nel lavoro di Tino Sehgal, e nella performance di Frank Willens oggetto delle polemiche. Esiste un assolo di un danzatore che danza, esegue una serie di coreografie peraltro molto “classiche”, in una performance di grande sapienza e armonia. È un nudo che non si impone”.

“L’ultima scena dello spettacolo – che è interamente composto da una serie di citazioni di linguaggi e scene della danza del XX secolo, da Vaslav Nijinsky a Xavier Le Roy, da Isadora Duncan a Pina Bausch, Yvonne Rainer, Trisha Brown e Merce Cunningham, per non fare che alcuni nomi – vede il danzatore portare le mani al sesso, quasi a nasconderlo pudicamente, lasciar uscire un getto di pipì e pronunciare la frase “Je suis Fontaine”. Si è scritto e detto che è un’arte “che non si capisce”, e probabilmente è vero che per comprendere fino in fondo il senso di questa scena è utile avere qualche riferimento artistico: l’immagine è una citazione dello spettacolo Jerôme Bel del coreografo francese Jerôme Bel”.

“Stiamo discutendo di questioni serie, e occorre che facciamo attenzione alle parole, che sono importanti, e che ci confrontiamo con onestà. L’interpretazione soggettiva che possiamo dare a un’opera d’arte varia naturalmente per ognuno di noi, ed è innegabile il diritto di ciascuno a rivendicare il proprio punto di vista, ma le discussioni di questi giorni hanno volutamente falsato una realtà”.

“È stato scritto da alcuni che lo spettacolo sarebbe stato accettabile (e di fatto è stato accettato anche dai benpensanti che si sono resi protagonisti di questa polemica) se svolto all’interno di un luogo teatrale per un pubblico pagante, ma che il fatto di presentarlo all’aperto e nello spazio pubblico solleva altre questioni. Questo argomento è innegabilmente vero. Sebbene la scena teatrale e lo spazio dell’arte in genere siano sempre spazi pubblici, e l’accesso sia permesso a chiunque, talvolta dietro il pagamento di un biglietto talvolta gratuitamente, presentare un lavoro all’aperto significa portarlo anche allo sguardo di cittadini e passanti casuali, significa permettere o cercare l’imbattersi fortuito dello sguardo sull’opera, sul gesto. Presentare a Santarcangelo la doppia versione di (untitled) (2000), al chiuso e all’aperto, è stata una scelta precisa, che credo sia giusto rendere chiara a chi ha ancora voglia di comprendere, e non solo di urlare. Innanzitutto, il “Festival Internazionale del Teatro in Piazza” utilizza da sempre, e ha utilizzato quest’anno, diverse piazze e diversi luoghi pubblici di Santarcangelo”.

“Oggi, alla luce di cinque giorni densissimi di una polemica frontale e violenta contro il lavoro di Sehgal, il festival che l’ha presentato e chi lo sostiene, sono attonita. Onestamente, non pensavo che la nudità e che l’orina (in scena nel modo che si è detto, con un atto che non ha nulla di provocatorio o indecente) potessero urtare a questo punto la sensibilità di alcuni, potessero toccare un nervo così scoperto. Non avevo immaginato – e questo è stato un errore di valutazione evidentemente – che nell’Italia di oggi a fare scandalo potesse essere qualcosa di così semplice e bello come un corpo umano, un gesto così pudico e infantile come il suo farsi “fontana”, nel momento ultimo di dono di sé di uno dei più grandi danzatori contemporanei. E se qualcuno davvero da quel gesto, da quell’immagine, si è sentito urtato, mi scuso sinceramente, perché non era nell’intenzione di nessuno, né dell’artista né mia, compiere un gesto provocatorio con quella scena, al contrario”.

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