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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Pennabilli

“Se avessi un figlio gay non sarei contento ma non lo posso ammazzare", nuova tempesta sul sindaco Giannini

ArciGay annuncia una querela per il primo cittadino di Pennabilli dopo la sua intervista a "La Zanzara", l'amministratore si difende: "E' un modo di dire"

Nuova tempesta sul sindaco di Pennabilli Mauro Giannini che, dopo essersi guadagnato l'appellativo di primo cittadino "in camicia nera" e la querelle sulla benedizione pasquale della scuola cittadina, finisce nel mirino dell'Arcigay Rimini per la sua intervista nella trasmissione radiofonica "La Zanzara". Pesanti le affermazioni fatte in diretta: “Essere gay è contronatura, non deve passare che sia normale. In religione si dice 'andate e moltiplicatevi' non 'andate e prendetelo in c**o'".Giannini aveva iniziato tra le provocazioni e gli insulti reciproci con il giornalista Davide Parenzo rilanciando l’idea di "aprire qui a Pennabilli la prima casa chiusa comunale, così togliamo le prostitute dalla strada". Proposta già presentata anni fa nel primo governo Conte "a Matteo Salvini". L'animata discussione è poi finita sul tema dell'omosessualità con il sindaco che si è detto contrario ai matrimoni gay "Per carità, non è una cosa normale".

"Io non sono omofobo - ha precisato Giannini - ma ripeto: non è una cosa naturale". Sulla questione dei figli delle coppie gay, "due uomini non possono fare da mamma, due donne non possono fare da babbo". E ancora: "Essere omosessuale non è naturale". Alla domanda se sarebbe contento di avere un figlio omosessuale il primo cittadino ha la risposta pronta: "Non ci ho mai pensato perché ho la fortuna di non averlo. Certo non sarei contento di avere un figlio gay, ma non posso mica ammazzarlo e non potrei farci niente". Alla fine dell'intervista Giannini ha riassunto il suo pensiero sull’omosessualità in generale: "Una volta si diceva che era una malattia... Io dico: non è una malattia, ci sono tanti fattori... Magari uno, perché è timido con le donne, poi ci prova con gli uomini".

Parole che hanno mandato su tutte le furie l'Arcigay che, in una nota, si dice pronta a querelare perchè "Le sue parole sono intollerabili in un contesto civile e democratico". A rispondere al Giannini-pensiero è Marco Tonti presidente di Arcigay Rimini: "Sentire diffamare e discriminare, con espressioni poi così violente, da parte di un sindaco che dovrebbe rappresentare tutta la sua comunità fa venire i brividi. Parole di una violenza inaudita, pare rammaricarsi che la legge gli impedisca di ammazzare un figlio omosessuale. Da una figura istituzionale non possiamo sopportare questi sottintesi gravissimi e violenti" continua Tonti, "e poi ci prende pure in giro dicendo che lui non è omofobo, che è come dire che Dracula ha disgusto del sangue. La fortuna ce l'hanno i suoi figli a non essere omosessuali con un padre come quello, altrimenti la loro vita sarebbe stata un inferno e probabilmente sarebbe successo anche a loro quello che succede a tanti di essere buttati fuori di casa e cancellati dalla famiglia. Sono tragedie che ancora esistono e avvengono quotidianamente e dimostrano quanto sia necessario attuare delle tutele nei confronti dei e delle giovani che hanno la disgrazia di nascere in famiglie omotransfobiche".

"Bisogna che la politica - conclude Tonti - a partire dalla presidente del consiglio Giorgia Meloni e la ministra Roccella, prenda le distanze e sconfessi queste posizioni allucinanti e che ribadisca che queste sono mostruosità da combattere e da cancellare dalla nostra società. Noi intanto procederemo a elaborare una denuncia e invitiamo le persone residenti a Pennabilli ad aderire per dimostrare che anche a Pennabilli, come nel resto d'Italia, non è tollerabile nessuna forma di istigazione all'odio".

Dal canto suo Giannini respinge ogni accusa di omofobia che gli viene mossa: "Sono parole dette nel contesto di una trasmissione radiofonica di cui, tutti, conosciamo il tenore. Dalle nostre parti, poi, 'lo ammazzerei' è un modo di dire. Non ho nulla contro i gay e non sono assolutamente omofobo: per me ognuno è libero di fare quello che vuole".

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