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Cronaca

Finto minore straniero non accompagnato, il Comune presenta il conto

Davanti al giudice il padre e l'amico accusati di aver indotto in errore la polizia di Stato per accollare il ragazzino ai servizi sociali

Sono davanti al gip del Tribunale di Rimini due cittadini albanesi, 24 e 23 anni, accusati di truffa per aver indotto in errore la polizia di Stato  sfruttando un finto minorenne non accompagnato. La vicenda risale al giugno di quest'anno quando, il più giovane, si era presentato agli uffici della Questura insieme a un minore raccontando di aver trovato il bambino che vagava senza meta a Santarcangelo. Era quindi scattata la procedura del caso e, della situazione, erano stati allertati i servizi sociali affinchè si prendessero cura del ragazzino collocandolo in una struttura a carico del comune. Nel frattempo, però, un'indagine lampo degli agenti aveva permesso di scoprire una storia ben diversa e, mentre il 23enne raccontava la vicenda strappalacrime al personale della polizia di Stato, il padre del minorenne con il quale secondo l'accusa era in combutta si trovava tranquillamente al bar sotto gli uffici della Questura in attesa di scoprire l'esito della frottola. Il ragazzino, tuttavia, nel corso dell'inchiesta era stato collocato nella struttura protetta e dopo 14 giorni era stato prelevato dal genitore una volta scoperta la truffa che ha fatto finire i due albanesi in tribunale. Oltre al rinvio a giudizio, agli stranieri è così arrivato da parte del Comune di Rimini anche il conto da pagare, di 1471 euro, per le due settimane di permanenza del minore nel centro di accoglienza. I legali degli imputati hanno chiesto per i loro assistiti la messa alla prova e, il giudice, deciderà il prossimo 23 gennaio.

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